Pechino e la corsa alle armi geniche: il trucco per "sfruttare" la pandemia

L'ombra di Pechino sui laboratori regalati a più di 20 paesi nel mondo. La corsa al primato globale passa anche da qui

Pechino e la corsa alle armi geniche: il trucco per "sfruttare" la pandemia
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Pechino scuote e preoccupa gli analisti occidentali. Secondo il Washington Post esiste la crescente preoccupazione che la Cina abbia usato la pandemia come una finestra di opportunità per raccogliere una grande quantità di dati sul genoma umano a livello mondiale, cercando di superare gli Stati Uniti nella "corsa alle armi genetiche".

Laboratori per studiare il DNA "regalati" da Pechino

La repubblica popolare, infatti, durante la pandemia ha distribuito in molti Paesi un’invenzione chiamata “Fire-Eye”, un sofisticato laboratorio portatile in grado di rilevare le infezioni da coronavirus attraverso minuscole tracce genetiche che il patogeno lascia dietro di sé. Il Fire-Eye non serve solo a decifrare il codice genetico dei virus, ma traccia anche quello degli esseri umani, con macchine in grado di interpretare le istruzioni genetiche contenute nelle cellule di ogni individuo sulla Terra. Il primo laboratorio attivo è stato recapitato nell’aprile del 2020 in Europa, più precisamente a Belgrado, in Serbia. In quell'occasione, le autorità serbe si sarebbero vantate di avere "il sistema più avanzato di medicina e genetica di precisione nella regione".

Questo ed altri laboratori sono stati regalati o venduti a molti Paesi durante la pandemia, ma dietro l’apparente slancio di generosità di Pechino le intelligence occidentali temono un tentativo di accedere a nuove fonti di dati genetici umani ad alto potenziale da tutto il mondo. Informazioni preziose utili che la cina sarebbe pronta a sfruttare.

Il piano cinese per un "balzo globale"

Sempre il Post riporta il parere di analisti secondo cui lo sforzo profuso dal dragone vada avanti da oltre un decennio, tramite l’acquisizione di aziende di genetica statunitensi e operazioni di hacking. Tuttavia lo studio sulla genetica ha ricevuto un impulso inaspettato dalla pandemia di coronavirus, che ha creato opportunità per gli apparati cinesi di reperire dati e raggiungere luoghi del mondo prima preclusi alla repubblica popolare, il tutto tramite la distribuzione di macchine per il sequenziamento del Dna e accordi di collaborazione.

La distribuzione dei laboratori “Fire-Eye” comprende quattro continenti e più di 20 paesi tra cui Lituania, Canada, Sudafrica, Australia e Arabia Saudita. In alcuni Stati, come la Serbia, i laboratori temporanei si sono trasformati in centri di analisi genetica permanenti.

Il dragone smentisce ma gli Usa mettono in lista nera le aziende cinesi

Un portavoce dell'ambasciata cinese interpellato dal giornale statunitense ha rispedito al mittente qualsiasi ipotesi per cui le aziende della repubblica popolare avrebbero ottenuto l'accesso ai dati genetici senza consenso. Il portavoce, Liu Pengyu, va addirittura al contrattacco dichiarando che i laboratori Fire-Eye hanno aiutato molti Paesi nella lotta contro il Covid 19 e continuano a svolgere un ruolo vitale nello screening per il cancro e altre malattie. Anche l’azienda che produce i laboratori, Il gruppo BGI, ha dichiarato di non avere accesso alle informazioni genetiche raccolte dal laboratorio che ha contribuito a creare in Serbia.

Gli Stati Uniti sono però convinti che BGI sia referente per il governo di Pechino nella gestione della China National GeneBank, un archivio governativo di dati genetici che includerebbe già informazioni e profili genomici di milioni di individui di tutto il mondo. Lo scorso anno il Pentagono ha inserito le filiali di BGI nella lista nera delle “aziende militari cinesi” collegata direttamente allo sforzo diretto da Pechino per ottenere ancora più DNA umano.

Non solo basi militari e porti, predominio dei mari, monopolio dei commerci e controllo degli stretti. La corsa al primato mondiale tra Stati Uniti e Cina passa anche per lo studio e la creazione di “armi genetiche”.

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