Politica estera

Meta low cost? Macché. Come cambia la Croazia con l'adozione dell'euro

Il Paese, che già sta vivendo una difficile situazione a causa dell'aumento dell'inflazione, si trova ad affrontare una dura fase di transizione alla moneta unica

Meta low cost? Macché. Come cambia la Croazia con l'adozione dell'euro

Cosa cambierà per i vacanzieri che vogliono andare in ferie in Croazia dopo l'adozione dell'Euro? Questa è una delle domande che molti stanno iniziando a farsi anche nel nostro Paese.

Le prime ripercussioni, tuttavia, dovranno affrontarle fin da subito gli stessi croati. La moneta unica porta vantaggi in particolar modo ai commercianti, che iniziano ad andare oltre il preciso tasso di conversione con la scusa dell'arrotondamento: una pratica, peraltro, che anche in Italia ricordiamo molto bene. I consumatori sono quindi le prime vittime su cui ricadono gli effetti di questa fase di passaggio.

"Una truffa"

Già provato dal problema dell'inflazione, il governo di Andrej Plenkovic parla senza giri di parole di una "truffa". Come ricordato da Il Messaggero, il tasso di conversione era stato già fissato lo scorso 12 luglio 2022 a 7,53450 kune croate per euro dal Consiglio Affari economici e finanziari. Ciò nonostante, denuncia Plenkovic, "alcuni degli attori si comportano in modo fraudolento, aumentando i prezzi e danneggiando i propri cittadini e l'economia". Va bene incrementare di qualche centesimo per questioni di arrotondamento, prosegue il premier, ma la situazione inizia a diventare intollerabile se il prezzo finale "è del 10, 20, 30, 40 o 50% in più".

Il raffronto

Confrontando i dati successivi all'ingresso croato nell'Eurozona (1 gennaio 2023), gli incrementi sono decisamente evidenti. A Rijeka (Fiume) o Zagabria il prezzo medio di un caffé è schizzato da 13 kune (1,73 euro) a 2 euro (corrispondenti a 15 kune), con un aumento del 16%. Per un caffè a Osijek si è saliti da 8 kune (1,06 euro) a 1,20 euro (9 kune), con un aumento del 13%, fino a toccare addirittura 1,50 euro (ovvero 11 kune, + 41%).

Il problema non si limita al solo caffè ma si estende ad altri beni di primo consumo come grano, latte e carne. Il pane e in genere i prodotti da forno hanno subito rincari compresi tra 15% e 30% rispetto al 2022, mentre le carni bianche (tacchino e pollo), le uova e l'acqua sono salite mediamente del 13%. Salasso anche nei servizi di ristorazione (+ 43%).

La reazione

Il governo sta vagliando l'ipotesi di comminare sanzioni per illecito fino a 26mila euro a chi sarà ritenuto responsabile di aumenti ingiustificati, ma studia anche la possibilità di introdurre una lista nera dei commercianti disonesti con l'obiettivo di rendere "pubblici i nomi di coloro che lavorano a scapito dei nostri cittadini, alimentando cosi l'inflazione".

La paura principale del governo croato è proprio l'inflazione, ora al 13,5% con un aumento dello 0,3% in un solo mese. A preoccupare maggiormente sono i rincari nei prodotti alimentari/bevande analcoliche (19,2%), ristoranti/hotel (17%), alloggi/utenze (16,5%) e trasporti (13,3%).

Il pericolo ulteriore è che i vacanzieri, scoraggiati da questa impennata dei costi, scelgano di spendere altrove il proprio denaro nei periodi più "caldi" dell'anno.

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