Elezioni europee: la "corsa a tre" in Francia e gli incubi di Macron

50 milioni di elettori francesi saranno chiamati alle urne per scegliere 81 eurodeputati. Il partito della Le Pen in testa nei sondaggi: il partito di macron in pericolo

Elezioni europee: la "corsa a tre" in Francia e gli incubi di Macron

La Francia che si presenta al cospetto di questa tornata di elezioni europee è tutto tranne che coesa. I mille interrogativi legati alla guerra in Ucraina e alle intenzioni da falco del presidente Emmnauel Macron, le agitazioni di piazza che stanno mettendo uno contro l'altro il mondo filopalestinese e gli ebrei francesi, il rischio attentati che costringe alla massima allerta: basta davvero un alito di vento per incendiare Parigi nelle prossime settimane. Ultima, ma non ultima, la "goliardata" delle cinque bare poste ai piedi della Tour Eiffel dietro cui potrebbe esserci l'Fsb russo.

Chi sono i candidati di punta alle elezioni europee in Francia

Nel prossimo weekend, 50 milioni di elettori francesi saranno chiamati alle urne per scegliere 81 eurodeputati. Ma cosa dicono i sondaggi? A meno di una settimana dal voto, il Rassemblement National continua a mietere consensi mentre la coalizione di governo sembra arretrare. La campagna elettorale di RN, guidata da Jordan Bardella, ha fatto guadagnare al partito due punti percentuali da marzo a qui, attestandosi sul 33% delle intenzioni di voto. Valéry Hayer, la candidata di punta della coalizione di Macron, quei due punti li ha persi, fermandosi a un 16% sfumati con un minimo margine d'errore.

Marine Le Pen, leader di RN, non è fra i candidati, ma il successo che il suo partito "rischia" potrebbe portarla alla gloria. Del resto, i sommovimenti che stanno portando i francesi verso una piattaforma come quella lepeniana stanno muovendo tutta l'Europa. Un risultato che potrebbe portare Le Pen a coronare il vecchio sogno della presidenza, raggiungibile nel 2027. Bardella, dal proprio canto, tira acqua al mulino del partito: meno libera circolazione per i migranti all'interno dell'unione, allentare le pressioni sulla Russia, fermare le iniziative green.

Sotto i colpi dell' "Europa delle nazioni" di Bardella&co. sta cadendo ripetutamente Hayer, che non riesce a imprimere un segno negli elettori nel nome di un modello europeo sodale con l'Ucraina, caratterizzato da un potenziamento delle difese e dell'industria dell'Unione. Dai palchi delle voci macroniane, i refrain sono più o meno i medesimi: si sottolinea la mortalità dell'Europa e il bisogno di difendere il progetto a 27, invitando gli elettori a non utilizzare le elezioni europee come un referendum su Macron. Proprio Hayer è stata protagonista delle polemiche da parte degli avversari che puntano il dito contro il primo ministro Gabriel Attal, reo di oscurare la sua personalità facendo mansplaining. Ed, infatti, proprio lui ad aver "fatto irruzione" a sostegno di Hayer, intervenendo massicciamente nelle sue uscite pubbliche, fino al punto di essere lui a confrontarsi con Bardella, il mese scorso. La sfida della 29enne al 35enne Attal, il primo premier francese dichiaratamente omosessuale, rappresenta la sfida per il dominio della prossima generazione politica francese.

Le elezioni europee come referendum su Macron?

Il timore è, infatti, che i cittadini possano riversare sul voto europeo la propria frustrazione per la malagestione dell'economia, del settore agricolo e perfino le proprie rimostranze legate alle Olimpiadi. Proprio in questi giorni, tra l'altro, centinaia di agricoltori spagnoli e francesi sono tornati a protestare, bloccando il traffico lungo i principali valichi di frontiera tra i due Paesi. La mobilitazione, che nel paese iberico non è stata appoggiata dalle maggiori associazioni di categoria, punta ad attirare l'attenzione sulla situazione del settore nel bel mezzo della campagna elettorale per le europee. Gli agricoltori sono tornati a chiedere prezzi equi e maggiori controlli sui prodotti alimentari provenienti da Paesi extra Ue.

Guardando a sinistra, colpisce la rinascita della fenice socialista, grazie al suo candidato di punta, il magnetico Raphael Glucksmann, che punta tutto su Marsiglia, promettendo di essere la "grande e bella sorpresa" di queste elezioni, invitando i giovani a votare per lui. Testa a testa con Macron nei sondaggi, ha fatto della battaglia contro l'astensionismo l'obiettivo della sua campagna elettorale. Glucksmann è profondamente convinto che "in sei giorni" sarebbe stato possibile mettere fine al "duello mortale" Macon/Le Pen. Dalla France Insoumise, Manon Aubry porta avanti battaglie molto simili, sebbene le sue preferenze si attestino intorno al 8,5%. In pericolo la verde Marie Touissaint, che rischia di scivolare sotto la soglia critica del 5% .

Le conseguenze delle europee sulle scelte economiche e sulla tenuta del governo

I riallineamenti post-europee avranno un impatto decisamente significativo non solo sulla politica interna ma anche sulle scelte economiche del prossimo futuro. A una settimana dalle elezioni, l'esecutivo francese aveva confermato la sua linea politica, escludendo qualsiasi forma di austerità, il giorno dopo che S&P Global Ratings ha declassato il rating sovrano del Paese, riaprendo il dibattito su come ridurre il deficit pubblico. L'agenzia ha tagliato il rating della Francia per la prima volta dal 2013, a causa del "deterioramento della posizione fiscale" del Paese. Per "tornare a finanze pubbliche sane", il governo "continuerà esattamente sulla stessa strada, senza accelerare o rallentare", aveva promesso il ministro dell'Economia e delle Finanze Bruno Le Maire: il ministro ha poi escluso con fermezza qualsiasi aumento delle tasse nel 2025, sulla stessa linea di Macron. Le Maire, in carica da sette anni, aveva sostenuto che la spesa e l'aumento del deficit a fronte del Covid e dell'impennata dei prezzi dell'energia avevano salvato l'economia francese.

Questa settimana, dunque si preannuncia al fulmicotone per Parigi. Lunedì scorso, sia France Insoumise che RN hanno presentato due mozioni di sfiducia che, tuttavia, non hanno raggiunto i 289 necessari per spodestare l'esecutivo. Intanto, Macron è bersagliato dalle critica per via del suo intervento massiccio nella campagna, nel tentativo di fare pressioni dall'alto del suo scranno.

Intanto, il capo dell'Eliseo attende fremente la visita di Joe Biden in occasione degli 80 anni dallo sbarco in Normandia. Proprio da qui, nella serata di giovedì è atteso il suo discorso in prima serata tv per parlare di elezioni, guerra a Gaza e Ucraina. Poi, sarà silenzio elettorale.

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