
L’ira funesta di Melania Trump si abbatte su Hunter Biden, il rampollo dell’ex presidente americano Joe Biden, reo di aver etichettato Jeffrey Epstein quale “cupido” dell’amore sbocciato tra la first lady e Donald Trump. Melania ha minacciato di fare causa all’ex first son per oltre un miliardo di dollari dopo che quest’ultimo ha affermato in un’intervista che a presentarle il marito è stato il finanziere pedofilo morto suicida in carcere nel 2019. L’avvocato che assiste la first lady, Alejandro Brito, ha inviato a Biden e al suo legale una lettera - ottenuta da <CF3201>Fox News</CF> - in cui descrive le affermazioni come «false, denigratorie, diffamatorie e provocatorie», chiedendo di ritrattarle immediatamente e di presentare delle scuse, o sarà intentata un’azione legale.
Hunter però non sembra intenzionato a fare marcia indietro, liquidando l’avvertimento con un «col cavolo, non succederà». Nel colloquio su Channel 5 ad Andrew Callaghan, pubblicato su YouTube all’inizio di agosto, il primogenito dell’ex inquilino della Casa Bianca ha fortemente criticato i precedenti legami dell’attuale presidente con Epstein (secondo il New York Times la lunga amicizia tra l’allora magnate dell’immobiliare e il miliardario si è interrotta dopo un litigio intorno al 2004), sostenendo che lui «ha presentato Melania a Trump, è così che si sono conosciuti. I legami sono ampi e profondi». Sia il presidente che la first lady, invece, hanno sempre affermato di essersi incontrati nel 1998 durante una festa per la New York Fashion Week al Kit Kat Klub di Manhattan, presentati dall’amico del tycoon Paolo Zampolli.
«Il video è stato ripubblicato da vari organi di stampa, giornalisti e commentatori politici, con milioni di follower sui social media, che hanno diffuso le dichiarazioni false e diffamatorie in esso contenute a decine di milioni di persone in tutto il mondo - sottolinea l’avvocato nella lettera - Di conseguenza, ha causato a Melania un danno finanziario e reputazionale enorme». «La mancata ottemperanza a quanto richiesto non le lascerà altra scelta che perseguire tutti i diritti e i rimedi legali a sua disposizione per ottenere un risarcimento visto l’enorme danno che le avete causato», prosegue Brito. Il quale spiega che la “fonte” di Hunter è «il favolista seriale Michael Wolff, le cui bugie sono state pubblicate dal Daily Beast nell’articolo intitolato “Melania Trump molto coinvolta nello scandalo Epstein”».
Il legale afferma che «dopo aver ricevuto la nostra lettera di cease-and-desist», che equivale alla diffida, «solo una settimana fa, il Daily Beast ha presentato delle scuse alla signora Trump e ha ritrattato le dichiarazioni false e diffamatorie contenute nell’articolo, cancellandolo integralmente». Il sito ha infatti pubblicato al posto della storia una nota dell’editore in cui scrive che «dopo aver esaminato la questione ha rimosso l’articolo e si scusa per qualsiasi confusione o malinteso».
«La tempistica di questo video è evidente, e sottolinea la reale malizia dietro la decisione di pubblicarlo, data la palese falsità delle dichiarazioni - avverte ancora l’avvocato - Data la lunga storia di Hunter Biden di sfruttamento dei nomi altrui, incluso il suo cognome, per il suo tornaconto personale, è ovvio che lui abbia pubblicato queste dichiarazioni false per attirare l’attenzione su di sé».