Guerra in Israele

La furia di Biden contro il New York Times: "Diffonde propaganda di Hamas"

Il New York Times accusato dal presidente Biden di aver dato troppo credito in una fase iniziale alla versione di Hamas delle cause dell'esplosione avvenuta all'ospedale di Gaza il 17 ottobre

La furia di Biden contro il New York Times: "Diffonde propaganda di Hamas"

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Le guerre non si combattono solo sul campo con soldati, droni e carri armati ma anche nel mondo dell’informazione a colpi di articoli, analisi e breaking news. Le notizie diffuse dai media o dai social possono condizionare l’esito di un conflitto in maniera imprevedibile contribuendo all'aggravamento di una crisi internazionale. A volte è sufficiente un titolo sbagliato per dare fuoco alle polveri. La Casa Bianca ne è consapevole e, secondo quanto riportato da Semafor, non avrebbe infatti gradito la copertura da parte del New York Times di uno degli episodi più drammatici dallo scoppio della guerra scatenata dall’attacco di Hamas nel sud di Israele: l’esplosione avvenuta il 17 ottobre nei pressi dell’ospedale Al-Ahli di Gaza City.

Il sito di news ha riportato che la settimana scorsa, durante una riunione con rappresentanti di aziende di Wall Street, Joe Biden si sarebbe lamentato dello spazio riservato inizialmente dal quotidiano alla ricostruzione fornita da Hamas delle dinamiche del sanguinoso evento. In particolare la "Signora in grigio" avrebbe dato troppo credito all’accusa avanzata dall'organizzazione islamista secondo la quale la strage sarebbe stata causata da un bombardamento israeliano. Di opposto avviso quanto dichiarato da Israele, Stati Uniti e da altri Paesi occidentali che hanno puntato il dito contro il lancio di un razzo difettoso compiuto dalla Jihad islamica. Una versione, quest’ultima, confermata dai servizi di intelligence e da vari autorevoli siti di informazione che hanno evidenziato come il 15% circa dei missili lanciati dalla Striscia di Gaza siano malfunzionanti.

Il presidente avrebbe espresso la sua disapprovazione per una notizia rilasciata con un titolo “irresponsabile” che avrebbe potuto provocare un’escalation militare in Medio Oriente. Disappunto per Biden accresciuto dal fatto che sia stato un giornale americano ad aver amplificato le dichiarazioni di Hamas. L’esplosione, che per gli islamisti avrebbe fatto 500 vittime, si era verificata poche ore prima dell’arrivo dell’inquilino della Casa Bianca in Israele, prima tappa di una delicata e rischiosa missione che si sarebbe dovuta concludere in Giordania con un incontro, poi annullato, con altri leader della regione.

In una nota editoriale successiva lo stesso New York Times ha riconosciuto di aver concesso troppo spazio in una fase iniziale alla versione di Hamas - come per la verità hanno fatto anche la Reuters e l’Associated Press – dichiarando di non aver precisato sin da subito che in quel momento “non era possibile verificare” la credibilità delle affermazioni del movimento islamista che controlla la Striscia di Gaza.

Semafor sottolinea la complessità dei rapporti tra i democratici e il prestigioso quotidiano, un media in grado di condizionare l’agenda politica del partito dell’asinello e di Capitol Hill. Il presidente nutrirebbe del rancore nei confronti del New York Times sin dai tempi della sua campagna elettorale quando riscontrò da parte dei suoi giornalisti un atteggiamento di diffidenza e sottovalutazione delle sue doti politiche nonché delle possibilità di sconfiggere Donald Trump alle presidenziali del 2020. Da allora Biden eviterebbe di concedere interviste a quel giornale preferendo altri reporter di testate considerate più “amichevoli”.

A prescindere dai rapporti tra la Casa Bianca e il quarto potere, non sarebbe poi un caso che il presidente abbia espresso le sue lamentele in occasione di un meeting con i rappresentanti di Wall Street, un influente gruppo pro-Israele che nelle ultime settimane osserva con orrore le proteste nei campus universitari e nelle strade del Paese spesso caratterizzate da espressioni di antisemitismo.

Un altro modo insomma per segnalare la vicinanza dell'amministrazione Biden allo Stato ebraico e, come notano gli osservatori più cinici, per assicurarsi una fonte di finanziamento fondamentale in vista delle elezioni dell'anno prossimo.

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