
La guerra tra Israele e Iran aveva quasi fatto dimenticare che in Europa c'è un conflitto che va avanti da quasi quattro anni e continua a mietere vittime. La guerra di invasione ella Russia contro l'Ucraina non si ferma: ancora la scorsa notte, l'ennesima strage con 5 civili uccisi e oltre 20 feriti nel Dnipropetrovsk. Ma adesso, chiuso un fronte, Vladimir Putin cerca di riposizionarsi per continuare a portare avanti il suo conflitto e liscia il pelo a Donald Trump. «È un uomo coraggioso, si sta sinceramente impegnando per risolvere la questione», ha detto il presidente russo aprendo anche un incontro diretto e usa parole più morbide verso la Nato, proprio mentre l'Europa decide di prolungare le sanzioni contro Mosca.
L'opera principale di Putin è legata al rapporto con Trump, che lo Zar, come tutti, ha capito essere decisivo, in un senso o nell'altro. «L'incontro con Trump è possibile ma deve essere preparato e sulla base dei risultati dovremmo raggiungere nuovi livelli di cooperazione», ha detto lo Zar da Minsk, in Bielorussia. «In generale,
grazie al presidente Trump, le relazioni tra Russia e Stati Uniti stanno iniziando a livellarsi in qualche modo», ha aggiunto, con il presidente degli Stati Uniti che, di fatto, conferma i contatti diretti. «Putin mi ha chiamato e mi ha detto: mi piacerebbe aiutarti con l'Iran. Gli ho risposto: fammi un favore, ci penso io all'Iran, ma aiutami con l'Ucraina, dobbiamo sistemare quella questione. Penso che la risolveremo», ha detto The Donald.
Putin poi sembra cambiare toni, almeno leggermente, almeno in apparenza, nei confronti dell'Alleanza atlantica, accusata in passato più volte di essere responsabile dell'inizio del conflitto in Ucraina, secondo la narrazione tanto cara a Mosca. Lo Zar bolla come «sciocchezze» le affermazioni di chi parla di una minaccia russa alla Nato, aggiungendo che lo scopo di Mosca è «completare l'operazione militare speciale in Ucraina. Questo è ciò che teniamo in considerazione, non piani aggressivi contro Paesi europei e Nato. Noi pianifichiamo di ridurre la spesa, mentre loro di aumentarla», ha detto. Per quanto riguarda la spesa militare infatti, con l'economia russa ridotta di fatto a economia di guerra, l'inflazione crescente
e i problemi che ne derivano, Putin annuncia: «La difesa della Russia ammonta al 6,3% del Pil, ovvero circa 13,5 trilioni di rubli, è molto. Stiamo pianificando di ridurre le spese per la difesa nei prossimi tre anni», ha detto il presidente russo che racconta anche come la Russia sia pronta per «il terzo round di colloqui con l'Ucraina a Istanbul». Ma in pochi, ormai gli credono. I 27 di Bruxelles hanno dato il via libera alla conferma delle sanzioni contro la Russia, in scadenza il 31 luglio anche se 18º pacchetto punitivo è stato rinviato perché la Slovacchia, ancora una volta, si è detta contraria.
Il tutto mentre il cancelliere tedesco Merz dice che verso Putin anche Trump «sta mostrando crescente scetticismo». Perché tra annunci e sanzioni, tutti sanno che in un modo o nell'altro, piaccia o no, da Trump bisogna passare.