Immigrazione, Londra alza il tiro: nuove restrizioni su visti ed espulsioni

Tra i punti salienti, la richiesta di poteri rafforzati per l'espulsione stranieri con precedenti penali e l’innalzamento dei criteri per l’ottenimento di visti per i lavoratori specializzati

Immigrazione, Londra alza il tiro: nuove restrizioni su visti ed espulsioni
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Il governo britannico è pronto a svelare domani alla Camera dei Comuni un nuovo Libro bianco sull’immigrazione, con misure destinate a irrigidire la politica migratoria del Paese. Tra i punti salienti, la richiesta di poteri rafforzati per l'espulsione di cittadini stranieri con precedenti penali e l’innalzamento dei criteri per l’ottenimento di visti destinati a lavoratori specializzati.

"Il numero complessivo dei migranti deve calare", ha scritto oggi la ministra dell’Interno Yvette Cooper in un editoriale pubblicato sul Sunday Telegraph. Un'affermazione che riflette la crescente pressione politica sul Partito Laburista, travolto dalle critiche di Reform UK, la formazione anti-immigrazione guidata da Nigel Farage, che ha registrato un successo significativo alle ultime elezioni locali e continua a guadagnare consensi nei sondaggi. Il governo britannico ha illustrato i piani per porre fine a quello che ha definito "l'esperimento fallito del libero mercato" nell'immigrazione di massa, limitando i visti per lavoratori qualificati ai soli lavori di livello universitario e costringendo le aziende ad aumentare la formazione per i lavoratori locali.

Anche il premier Keir Starmer è intervenuto oggi, affidando a X un messaggio chiaro: “I governi conservatori che ci hanno preceduto hanno perso il controllo dei confini. Io non resterò a guardare. Ho giurato che avremmo ristabilito l’ordine e avviato una decisa riduzione dei flussi migratori. Le nuove misure severe vanno proprio in questa direzione”. La stretta annunciata è in linea con quanto promesso dai laburisti durante la campagna elettorale dello scorso anno, quando si impegnarono a tagliare drasticamente il saldo migratorio, che nei dodici mesi fino a giugno aveva raggiunto quota 728.000 unità.

Secondo quanto anticipato, i permessi per lavoratori qualificati saranno concessi esclusivamente a candidati con titolo universitario, mentre quelli destinati a mansioni meno specializzate saranno autorizzati soltanto in settori strategici per l’industria nazionale. Il tema resta particolarmente sensibile. L’immigrazione è stata uno dei principali motori della Brexit, con l’elettorato stanco della mobilità incontrollata all’interno dell’Unione Europea. Tuttavia, se da un lato l’uscita dal blocco comunitario ha provocato un drastico calo degli ingressi da Paesi UE, dall’altro nuove rotte si sono aperte con programmi speciali riservati a rifugiati ucraini, cittadini di Hong Kong e detentori di visti di lavoro.

Le regole introdotte dal governo conservatore dopo il 2020 avevano già abbassato l’asticella per la concessione di visti, consentendo l’ingresso anche a figure come istruttori di yoga, DJ e dog-sitter. Ma ora il Labour punta a un cambio di passo.

I dati parlano chiaro: nel periodo tra giugno 2022 e giugno 2023, il saldo migratorio ha toccato quota 906.000, il dato più alto mai registrato, contro le 184.000 unità dello stesso periodo nel 2019, quando il Regno Unito era ancora membro dell’Unione.

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