Politica estera

Via l'articolo 5 e sanzioni agli Stati membri: come sarà la nuova Nato di Trump

Un consigliere per la sicurezza dell'ex presidente ha proposto modifiche alla struttura dell'Alleanza, tra cui la creazione di "livelli" e la sospensione della protezione militare ai Paesi che non spendono abbastanza per la difesa

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Lo staff dell’ex presidente Donald Trump sembra avere le idee molto chiare sul futuro della Nato. Keith Kellogg, generale in pensione e importante consigliere per la sicurezza dell’ex presidente, ha dichiarato che, in caso di una vittoria del tycoon alle elezioni di novembre, proporrà una serie di modifiche alla struttura dell’Alleanza, tra cui la possibilità di rimuovere la protezione garantita dall’articolo 5 ai Paesi che non spendono almeno il 2% del Pil per la Difesa e l’imposizione di sanzioni.

Da dove vengo io, le alleanze sono importanti”, ha dichiarato Kellogg, che è stato anche consigliere per la Sicurezza nazionale dell’ex numero due di Trump, Mike Pence. “Ma se vuoi far parte di un'alleanza, devi contribuire”. Il generale in pensione ha affermato che, se Trump dovesse essere rieletto, incoraggerà la convocazione di una riunione dei Paesi Nato nel giugno 2025 per discutere del suo futuro. Ha anche ipotizzato che il Patto atlantico potrebbe trasformarsi in un’”alleanza a livelli”, in cui i membri godrebbero di maggior protezione in base al loro rispetto degli articoli fondanti del blocco a guida Usa. “Darei a tutti quello che definirei un ordine di avvertimento”, ha aggiunto Kellogg. “Direi che questo è il punto a cui arriveremmo in modo da permettere a tutti di prepararsi e discutere poi a giugno”.

Il consigliere di Trump ha poi criticato gli alleati di Washington, sottolineando che “tutti capiscono l'articolo 5, un attacco a uno è un attacco a tutti, ma dimenticano tutti gli altri. Uno di questi è l’articolo 3”. Esso prevede l’obbligo per gli Stati membri dell’Alleanza atlantica di compiere sforzi adeguati al fine di potenziare le proprie capacità di difesa individuali. Sebbene non vi sia uno specifico riferimento al 2% più volte evocato dall’ex presidente, durante un vertice del 2014 in Galles i Paesi Nato si sono posti l’obiettivo di raggiungere questo traguardo entro il decennio successivo.

Secondo Kellogg, il mancato rispetto di questo punto del trattato dovrebbe annullare l’automatismo del principio di difesa collettiva. L’ex generale ha inoltre proposto altre possibili sanzioni contro gli Stati inadempienti, come la perdita dell'accesso all'addestramento o alle risorse di equipaggiamento condivise. Un’ipotesi, questa, già avanzata a dicembre da Robert O’Brien, consigliere per la Sicurezza nazionale di Trump dal 2019 al 2021, che ha elencato tra le possibili politiche sul tavolo di una seconda amministrazione guidata dal tycoon l’imposizione di tariffe commerciali agli Stati Nato che non arrivano alla soglia del 2% di spese per la difesa.

Il futuro dell’Alleanza atlantica è tornato al centro del dibattito in entrambe le sponde dell’Oceano dopo le dichiarazioni di The Donald durante un comizio in South Carolina. L’ex presidente ha affermato che non esiterebbe a incoraggiare la Russia ad attaccare i Paesi Nato che non rispettano la soglia minima di spesa per le proprie forze armate, definendoli “delinquenti”.

Le sue parole hanno attirato il biasimo dell’attuale leader di Washington Joe Biden e del segretario generale dell’Alleanza Jens Stoltenberg, convinto che “qualunque affermazione secondo cui gli alleati non si difenderanno a vicenda mina tutta la nostra sicurezza, compresa quella degli Stati Uniti”.

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