
È partita la maratona del voto al Senato americano per il disegno di legge sulla spesa di Donald Trump: il pacchetto che dovrebbe tagliare i programmi sociali per i poveri e aggiungere ben 3mila miliardi di dollari al debito nazionale è profondamente divisivo e tra i repubblicani non si placano le polemiche. I senatori che guardano alle elezioni di medio termine del 2026 sono spaccati e il presidente ha lanciato un minaccioso monito ai membri del Grand Old Party, sottolineando che «per tutti quei repubblicani che vogliono tagliare i costi, cosa con la quale sono d’accordo, ricordatevi che dovete essere rieletti. Non fate i matti. Recupereremo tutto, moltiplicato per 10, con la crescita». Il tycoon vuole avere il testo sulla sua scrivania entro il 4 luglio, Giorno dell’Indipendenza negli Usa, e su Truth afferma: «il Great, Big, Beautiful Bill sta procedendo bene».
Data la presa di ferro che ha sul partito si prevede che riuscirà ad ottenere il via libera alla Camera Alta, ma il voto sull’approvazione finale sarà comunque al cardiopalma, e avverrà dopo una lunga serie di tentativi di emendamenti. La sessione consente infatti di apportare modifiche illimitate al testo di 940 pagine per le votazioni in aula, il che significa che il processo può protrarsi ben oltre le 12 ore. E inoltre, il disegno di legge dovrà passare attraverso una votazione separata alla Camera, dove i repubblicani hanno anch’essi una risicata maggioranza.
I sondaggi mostrano che il disegno di legge è tra i più impopolari mai considerati, in diverse fasce demografiche, di età e di reddito. Anche perché studi indipendenti hanno concluso che aprirebbe la strada ad una storica ridistribuzione della ricchezza dal 10% più povero degli americani a quello più ricco: e con i tagli al programma Medicaid – che aiuta i cittadini a basso reddito a ottenere una copertura sanitaria – quasi 12 milioni di persone in più potrebbero rimanere senza assicurazione entro il 2034, secondo il Congressional Budget Office, l’ufficio del bilancio del Congresso.
Intanto, nel fine settimana, il senatore repubblicano Thom Tillis, che assieme a Rand Paul ha votato contro la legge di spesa, ha annunciato che non si ricandiderà alle elezioni dell’anno prossimo. «Non è stata una decisione difficile. Come molti miei colleghi hanno notato nell’ultimo anno, non sono esattamente entusiasta all’idea candidarmi per un altro mandato», ha affermato il senatore, finito al centro degli attacchi del comandante in capo, il quale ha anche paventato di sostenere il suo eventuale avversario alle primarie. E ora, The Donald non ha nascosto la sua gioia e dice che il suo annuncio «è una grandissima notizia». Vista la decisione di Tillis di non ripresentarsi, potrebbe aprirsi la possibilità di un nuovo componente della famiglia Trump in Senato: Lara, la nuora del presidente, starebbe seriamente pensando di candidarsi per il seggio della North Carolina, come riferisce Nbc News citando fonti vicine alla famiglia.
La moglie di Eric Trump è stata una delle più attive durante la campagna di The Donald, e lui l’ha premiata nominandola co-presidente del comitato nazionale repubblicano. Dopo la vittoria del suocero, invece, è andata a lavorare a Fox News, dove conduce un programma nel fine settimana.