Morto l'ex vicepresidente Usa Dick Cheney. Fu "l'uomo ombra" di Bush

Ex vicepresidente per due mandati e falco della guerra in Iraq. Richard Bruce Cheney, detto Dick, è stato per molti l'architetto della guerra al terrorismo e ha segnato la storia della politica americana

Morto l'ex vicepresidente Usa Dick Cheney. Fu "l'uomo ombra" di Bush

Ex vicepresidente per due mandati e falco della guerra in Iraq. Richard Bruce Cheney, detto Dick, morto oggi all'età di 84 anni, è stato per molti ‘l’uomo ombra’ di George W. Bush jr e ha segnato la storia della politica americana, sempre al servizio del partito Repubblicano.

Dagli arresti per ubriachezza alla Casa Bianca

Dick Cheney, originario di Lincoln, nel Nebraska, nasce nel ’41 in una famiglia benestante con la quale si trasferisce presto nel Wyoming dove, dopo una breve parentesi a Yale, frequenta l’Università. La sua gioventù è segnata da due arresti per guida in stato di ebbrezza, ma l’amore verso Lynne Ann Vincent, la ragazza che ama dai tempi del liceo, lo porta a cambiare stile di vita. I due si sposano nel ’64 e Cheney, in quanto padre di due bimbe, Elizabeth e Mary, riesce a evitare di partire per il Vietnam. Una volta laureato inizia a insegnare Scienze Politiche ma, nel ‘65, viene preso come stagista legislativo part-time per il senatore del Wyoming, Bill Steiger. Questa opportunità diventa un vero e proprio trampolino di lancio, soprattutto dopo che Cheney finisce sotto l’ala protettiva di Donald Rumsfeld. Entra quindi nel governo prima di Richard Nixon e, poi, di Gerald Ford diventando nel ’75 il più giovane Capo di gabinetto della Casa Bianca. Nel ’78 viene eletto deputato del Wyoming per la prima volta. Alla Camera resta fino al 1989 e qui vota contro l’aborto e contro il controllo delle armi e, durante la presidenza di Jimmy Carter, svolge il ruolo di “whip”, colui che garantisce la disciplina tra i colleghi.

Cheney ministro della Difesa: prima guerra in Iraq

Nel marzo 1989 diventa segretario alla Difesa di George Bush sr e in questa veste gestisce l’operazione Desert Storm, la prima guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein. Dopo la vittoria di Bill Clinton, Dick Cheney viene nominato presidente e Ceo della Halliburtun, una grande azienda petrolifera fino al 2000 quando alla sua porta bussa George W. Bush che gli chiede di fare il suo vice nella corsa verso la Casa Bianca. A unirli è la politica economica ma Cheney, sui temi etici, ha una visione più liberal in quanto la figlia Mary è lesbica. Questo non impedisce a George W. Bush di improntare la sua amministrazione sulla contrarietà ai matrimoni gay. A due settimane dal giorno delle elezioni, Cheney viene colpito da un infarto, il secondo dopo quello avuto nel 1978 a cui era seguito un intervento di bypass quadruplo nel 1988. Cheney, una volta ristabilitosi, lavora per ampliare i suoi poteri, al limite dell’incostituzionalità così come ha evidenziato nelle sue inchieste Barton Gellman, premio Pulitzer e firma del Washington Post. “Avevo trascorso 25 anni in governo quando ho lasciato il Dipartimento della Difesa nel '93, ho deciso di passare il resto della mia carriera nel settore privato e poi il presidente mi ha accolto per diventare suo compagno nell'esecutivo. Ed è stata un'esperienza straordinaria. Non l'avrei persa per nulla al mondo”, dirà nel corso di una sua intervista.

La guerra al terrorismo e l'invasione dell'Irak

L’11 settembre 2001 è lui ad assumere la gestione della crisi mentre si sposta da una località segreta all’altra, restando lontano da Bush così da poter salvaguardare la ‘continuità presidenziale’, nel caso in cui gli attacchi terroristici avessero preso di mira anche i principali inquilini della Casa Bianca. “La rilevanza dell'11 settembre è che ciò che segnò l'11 settembre era l'inizio di una lotta in cui i terroristi vengono a noi e ci colpiscono qui sul nostro territorio. Ed è un'operazione globale. Non conosce confini nazionali o frontiere nazionali”, dichiarerà Cheney per giustificare la guerra al terrorismo e la seconda guerra in Iraq. Già a metà anni ’90 l’allora ex segretario alla Difesa aveva promosso il Project for a New American Century (Progetto per un nuovo secolo americano) con lo scopo di far cadere Saddam Hussein definitivamente. Dopo l’11 settembre Cheney difende l’invasione dell’Iraq sostenendo la dottrina dell’1% secondo la quale “Se esiste un 1% di probabilità che qualcosa costituisca una minaccia, gli Stati Uniti sono tenuti a reagire come se la minaccia fosse certa al 100%”. Ecco, quindi, che la guerra diventa “giusta” anche se l’accusa mossa a Saddam di possedere armi di distruzioni di massa si rivela falsa. Una parte dei democratici ipotizzerà l’impeachment quando Cheney verrà travolto dalle critiche per aver favorito la sua ex azienda, la Halliburton, nelle commesse legate alla ricostruzione dell’Iraq.

Gli ultimi anni di vita di Dick Cheney

Nel 2006, durante il suo secondo mandato da vicepresidente, Cheney e sua moglie donano alle popolazioni colpite dall’uragano Katrina 6,9 milioni di dollari, pari al 77% del loro reddito sebbene le leggi dell’epoca, fino a quel momento, ponessero il tetto del 50%. Nello stesso anno Cheney, nel corso di una battuta di caccia, spara accidentalmente al procuratore del Texas, Harry Whittington, mentre nel 2007 lui finisce volutamente nel mirino dei talebani. Mentre si trova in Afghanistan, Al Qaeda compie un attentato all'esterno dell'aeroporto di Bagram nella speranza di colpire Cheney che si trova in una base militare vicina.

Nel 2008 il suo mandato scade e, a causa delle pessime condizioni del suo cuore (4 infarti), Cheney dichiara di non voler correre come presidente. A proposito del suo legame con George Bush jr dirà: “Sono orgoglioso di aver lavorato per lui. Penso che molte delle cose più controverse che abbiamo fatto, che alle persone non sono piaciute - e che ci hanno criticato, cose come il programma di sorveglianza del terrore o le tecniche di interrogazione avanzate - sono state cose che ci hanno permesso di salvare vite”. Maureen Dowd del New York Times, in un articolo dal titolo ‘Storia di due padri’, ha delineato un ritratto impietoso dell’uomo che più di tutti ha spinto per la guerra in Iraq: “Quando Bush il vecchio affidò Bush il giovane a Dick Cheney, pensò che il vicepresidente avrebbe insegnato al figlio l’internazionalismo, il rispetto delle alleanze, la realpolitik. Invece il papà buono ha visto il papà cattivo usurpare la presidenza del ragazzo, esasperare il conservatorismo, scatenare una guerra, comportarsi come se l’America fosse il re del mondo”. Non meno critico il politologo Larry Sabato che sintetizzerà così l’operato dell’ex vicepresidente: “In politica estera è Cheney a paralizzare sia la Rice sia il segretario di Stato Colin Powell. E in politica interna è Cheney a tenere i rapporti con il Congresso. Nella storia americana, nessun vicepresidente ebbe mai tanto potere”.

Nel 2016, in occasione delle primarie repubblicane, Cheney decide di appoggiare Donald Trump ma, a prendere le redini della vita politica, sarà la figlia Liz che nello stesso anno viene eletta deputata repubblicana. Quest'ultima assume posizioni anti-trumpiane che la portano nel 2024 ad appoggiare la candidata democratica Kamala Harris che riceve anche l'endorsement del padre Dick.

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