Il programma segreto e il missile che può colpire gli Usa: giallo sui nuovi piani dell'Iran

Teheran lavora a un missile con gittata fino a 8mila chilometri. Israele teme che possa raggiungere le coste Usa e avverte: pronta a nuovi raid per fermare il programma balistico e nucleare iraniano

Il programma segreto e il missile che può colpire gli Usa: giallo sui nuovi piani dell'Iran
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Il regime iraniano lavora allo sviluppo di un missile balistico intercontinentale che potrebbe colpire "New York, Boston, Washington o Miami". L'allarme sul programma missilistico di Teheran è stato lanciato dal premier israeliano Benjamin Netanyahu in un'intervista rilasciata ieri alla vigilia dell'anniversario degli attacchi terroristici compiuti da Hamas il 7 ottobre del 2023. "L'Iran può ricattare qualsiasi città americana", ha dichiarato Netanyahu aggiungendo che "la gente non ci crede. L'Iran sta sviluppando missili intercontinentali con una gittata di 8mila chiometri; aggiungendone altri 3mila possono raggiungere la costa orientale degli Stati Uniti".

"Bibi" ha poi proseguito sostenendo che la Repubblica islamica rappresenta un "pericolo davvero grande. Non vorrei finire sotto la minaccia nucleare di queste persone" che "non sono razionali e gridano 'morte all'America'". Il premier israeliano ha dunque precisato che Tel Aviv sta facendo un "grande lavoro" per tenere lontana tale minaccia. Nel corso dell'intervista Netanyahu ha menzionato la cooperazione in materia di difesa tra Israele e Usa affermando che il suo Paese sta sviluppando con gli Stati Uniti armi offensive che nessun'altra superpotenza possiede.

Riferendosi ancora una volta al regime degli ayatollah, sostenitore dell'organizzazione islamista che controlla la Striscia di Gaza dal 2007, Netanyahu ha sottolineato che l'asse iraniano e la maggior parte dei suoi alleati sono stati annientati e ha dichiarato che "siamo vicini alla fine della guerra" nell'exclave palestinese ma "non ci siamo ancora arrivati".

I numerosi riferimenti all'Iran contenuti nell'intervista a Netanyahu indicano come il contrasto al regime teocratico resti ancora in cima alla lista delle priorità per il governo israeliano anche dopo i raid contro i siti nucleari compiuti l'estate scorsa dai jet dell'esercito dello Stato ebraico e poi dai bombardieri americani. Che il programma atomico iraniano continui a togliere il sonno alle autorità di Tel Aviv lo dimostrano le ultime indiscrezioni pubblicate nei giorni scorsi dal Washington Post secondo cui nei mesi successivi ai blitz di Israele e Stati Uniti Teheran avrebbe intensificato i lavori di costruzione di un misterioso sito militare sotterraneo.

La rivelazione del quotidiano Usa, basata sull'analisi di immagini satellitari e valutazioni indipendenti, lascerebbe pensare che l'Iran non abbia interrotto "del tutto i lavori sul suo presunto programma di armi e che stia forse procedendo con cautela alla ricostruzione". Il sito in questione, il cui scopo non è noto, non è mai stato visitato dagli ispettori nucleari dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) e si troverebbe nella montagna di Kūh-e Kolang Gaz Lā, nota anche come Pickaxe Mountain, a meno di due chilometri a sud del complesso nucleare di Natanz colpito dai raid americani del 22 giugno scorso.

Gli esperti stimano che i corridoi sotto la montagna potrebbero essere ancora più profondi di quelli di Fordow, anch'esso colpito dal blitz americano, e ritengono che il sito potrebbe ospitare un impianto segreto per l'arricchimento dell'uranio o un sito di stoccaggio per le scorte di uranio.

Tel Aviv ha fatto sapere di essere pronta a nuovi raid per impedire a Teheran di sviluppare progetti nucleari o missili a lungo raggio mentre dalla Casa Bianca un funzionario anonimo ha dichiarato che "l'amministrazione continuerà a monitorare qualsiasi tentativo dell'Iran di ricostruire il suo programma nucleare. Come ha affermato il presidente Trump, non permetterà mai all'Iran di ottenere un'arma nucleare".

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