
Tira dritto Vladimir Putin di fronte all'incalzare di commenti negativi sul suo conto rilasciati nelle ultime ore da Donald Trump. "Non sono affatto contento. Sono deluso, francamente, che non si sia fermato", ha detto il presidente Usa riferendosi all'escalation di attacchi da parte della Federazione contro l'Ucraina. Raid che si susseguono senza sosta - oltre 700 i droni lanciati dai russi la scorsa notte - nonostante il Cremlino abbia espresso numerose volte dopo l'insediamento del tycoon di essere favorevole ai negoziati per la conclusione della guerra mediati dall'amministrazione americana.
L'ex spia del Kgb non teme la reazione degli States. Stando infatti a quanto riferito al New York Times da due fonti anonime vicine alla presidenza russa, Putin è convinto che Mosca abbia una superiorità crescente sul campo di battaglia e che le difese ucraine potrebbero collassare nei prossimi mesi. Le gole profonde sottolineano che, considerata l'offensiva in corso dell'esercito russo, il presidente della Federazione esclude uno stop ai combattimenti senza "ampie concessioni" da parte di Kiev. Putin, aggiungono le due fonti con legami col Cremlino, era preparato al fatto che Trump potesse perdere la pazienza. Una di esse rivela comunque che il leader russo si aspetta di poter ancora arrivare ad un accordo sulla revoca delle sanzioni con il suo omologo statunitense, quando sarà finalmente pronto a porre fine alla guerra.
"(Putin) non sacrificherà i suoi obiettivi in Ucraina per migliorare le relazioni con Trump", ha affermato Tatiana Stanovaya del Carnegie Russia Eurasia Center. L'esperta sostiene che il presidente russo "apprezza molto e sta investendo in un rapporto personale" con il capo della Casa Bianca ma "allo stesso tempo, non si è mai fatto illusioni su come si sarebbe potuta sviluppare la politica americana nei confronti della Russia. E la leadership russa si è sempre preparata al peggio".
Non è ancora chiaro se dopo le recenti esternazioni del tycoon Washington varerà nuove sanzioni contro Mosca. Dall'inizio del suo secondo mandato lo scorso gennaio, Trump non ha approvato ulteriori misure punitive oltre a quelle già approvate dal suo predecessore. In alcuni casi, ha evidenziato il New York Times in una sua analisi, l'amministrazione repubblicana ha addirittura allentato alcune restrizioni. Come risultato, le misure attualmente in vigore avrebbero perso la loro efficacia. Appena pochi giorni fa Edward Fishman, ricercatore presso la Columbia University, dichiarava che l'approccio del leader Usa "alla politica economica è quello di esercitare pressioni, ottenere influenza e cercare di ottenere il miglior accordo possibile". "Per qualche ragione", conclude Fishman, "con la Russia non vuole avere alcuna influenza su Putin".
Le cose potrebbero però cambiare presto. Dopo sei telefonate dirette tra Trump e Putin e due round di colloqui tra Mosca e Kiev in Turchia, per il quotidiano americano è diventato sempre più chiaro che il leader russo è pronto a mettere a repentaglio la sua relazione con The Donald per raggiungere il suo obiettivo principale: ottenere la capitolazione dell'Ucraina alle richieste della Federazione. Il Wall Street Journal riporta in queste ore che il miliardario starebbe valutando l'invio di un ulteriore sistema di difesa aerea Patriot in Ucraina. Qualora venisse confermato, sarebbe la prima fornitura a Kiev di un importante sistema bellico al di fuori di quelli approvati da Joe Biden.
"Stiamo affrontando la situazione con calma", dichiara intanto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov precisando che "ci aspettiamo di proseguire il dialogo con Washington e di impegnarci a riparare le nostre relazioni bilaterali, gravemente compromesse".
Anche Putin ha riconosciuto la frustrazione crescente di Trump, il quale si diceva certo di poter porre fine con facilità al conflitto nell'Europa orientale. "È così", ha detto il presidente russo nel corso di una conferenza stampa in Bielorussia a fine giugno, "la vita reale è sempre più complicata dell'idea che se ne ha".