Non si vota per due volte il "loco"

Il successo di Javier Milei alle ultime elezioni municipali di Buenos Aires, dopo più di un anno di presidenza, è eloquente su quanto sta accadendo nel paese latinoamericano

Non si vota per due volte il "loco"
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Non è impossibile che, una volta, gli elettori si sbaglino e votino un pazzo: come si dice in spagnolo, un «loco». Due volte, però, è assai improbabile. Per questo il successo di Javier Milei alle ultime elezioni municipali di Buenos Aires, dopo più di un anno di presidenza, è eloquente su quanto sta accadendo nel paese latinoamericano. L'Argentina resta un paese con enormi problemi, ma il disastro ereditato dal leader del movimento «La libertà avanza» sta iniziando a trovare qualche soluzione. Innanzi tutto gli argentini hanno superato quell'inflazione fuori controllo che impediva risparmio e capitalizzazione, ostacolava i contratti, moltiplicava i conflitti sociali (poiché con l'inflazione alle stelle vi è una costante esigenza di ridiscutere i salari).

Gli argentini stanno constatando che i tagli alla spesa pubblica e la riduzione del numero dei funzionari statali stanno rianimando l'economia reale e restituendo voglia di fare. La scelta di abolire ogni controllo sui prezzi e ogni restrizione alle importazioni, combattendo una dura lotta al parassitismo e alla regolazione, inizia insomma a dare frutto. Basti vedere cos'è successo al mercato degli affitti, particolarmente importante nella capitale, dove la liberalizzazione dei contratti ha fatto riemergere un gran numero di abitazioni sfitte e di conseguenza ha favorito un calmieramento dei prezzi.

Si può essere d'accordo o meno, allora, con le tesi radicalmente antistataliste di Milei, che è un economista della scuola austriaca e guarda a Jesús Huerta de Soto quale suo maestro.

Quello che è inaccettabile, però, è il modo caricaturale in cui egli è rappresentato dal giornalismo mainstream, che è pregiudizialmente schierato dalla parte degli apparati politico-burocratici e quindi non riesce ad accettare l'esistenza stessa di un presidente che vuole ridimensionare al massimo tassazione, spesa pubblica e potere arbitrario.

I commentatori possono allora dire quello che vogliono, ma nelle urne di Buenos Aires la libertà continua ad avanzare.

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