
“Nicolas qui paie”. Ossia: “Paga Nicolas”. Questo è il motto che sta spopolando in Francia e che spaventa Emmanuel Macron. Uno slogan semplice e immediato, forte sui social, che rappresenta il movimento anti-tasse. Nicolas è un giovane trentenne, laureato, che lavora ma che è anche stufo di pagare le tasse. Si tratta di un personaggio inventato, nato da un meme comparso per la prima volta nel 2020, ma capace di diventare un vero e proprio trend online. Un simbolo delle frustrazioni della classe media transalpina, troppo "ricca" per ricevere sussidi, ma non abbastanza ricca da sfuggire al peso dell'aumento delle tasse.
L’autore dell’account mette nel mirino tutta quella fascia di popolazione che riceve assistenza sociale senza lavorare. Basti pensare ai conti delle crociere dei pensionati “Chantal e Bernard”, oppure ai sussidi per il venticinquenne “Karim” o ai fondi per lo sviluppo per l’Africa. Il dibattito della rete è diventato anche politico a un anno delle presidenziali, con il presidente Macron in difficoltà nei sondaggi e il Rassemblement National di Marine Le Pen in ascesa.
Non è un caso che l’espressione “Paga Nicolas” sia stata adottata anche dai sostenitori di destra. Ma non solo: i termini sono stati anche utilizzati qualche tempo fa sui banchi dell’Assemblea Nazionale durante le interrogazioni al governo. Il fenomeno è in ascesa: secondo i dati degli esperti di Visibrain, riportati da Politico, dall’inizio del 2025 sono stati pubblicati più di 503 mila tweet sul fenomeno “Nicolas qui paie”, con un’attività in forte aumento da giugno.
La tendenza è diventata così significativa che l'Eliseo la sta monitorando attentamente. "Stiamo prestando attenzione a movimenti come ‘Nicolas qui paie’” quanto reso noto da un consigliere: “Può essere visto sia come un movimento populista di estrema destra, sia come un segnale d'allarme che il consenso popolare nei confronti delle tasse si sta assottigliando. Pensiamo che sia entrambe le cose e che sia anche un segnale che le tasse non devono aumentare".
Si tratta di una fase cruciale per la politica francese. Il premier François Bayrou sta promuovendo un bilancio austero per il 2026 che punta a 44 miliardi di euro di tagli alla spesa e nuove imposte. Inoltre, sono previste misure politicamente insidiose come l'abolizione di due degli 11 giorni festivi in Francia. "In autunno la situazione si scalderà" ha detto un funzionario francese: "Dobbiamo tagliare la spesa di 30 miliardi, e non siamo bravi a tagliare".
Il timore è quello di una replica della stagione dei gilet gialli. Gli appelli online per organizzare proteste e "chiudere il Paese" il 10 settembre si stanno moltiplicando, guadagnando terreno tra i gruppi anti-Macron online.