Che la Svizzera, terra di rara antipatia ma ancora più di rara efficienza, sia un Paese affidabile lo sappiamo da quando tutti i ricchi del mondo ci depositano i loro soldi. Che sia anche corretto, sebbene non politicamente corretto, lo abbiamo capito ieri, quando abbiamo letto che ha presentato il conto ai suoi cittadini che parteciparono alla Flotilla per Gaza cercando di rompere il blocco navale. Dovranno pagare le prestazioni per la protezione consolare, le spese di emergenza, il ritorno in Svizzera e l'assistenza. È una fattura di 1100 euro: poco più che simbolica per i benestanti proPal che a 15 franchi ad aperitivo sul lungolago di Lugano giocano a fare i rivoluzionari. Ma come si dice, è il principio che conta.
Certo la Svizzera, sempre due miglia nautiche avanti a noi, non si lascia ricattare dall'ideologia e dal populismo fanatico. Invece l'Italia i cui parlamentari del Pd e di Verdi&Sinistra che parteciparono alla Flotilla lassù in Svizzera non sarebbero eletti neanche nel municipio di Brione sopra Minusio - non può permetterselo. Non riesce a far pagare i danni ai manifestanti che devastano le città, figurati una fattura per le spese di assistenza alla missione per Gaza.
Nel Paese delle proroghe si aspetterebbe un condono, uno stralcio, una grazia Prego: va bene così.Alla fine spiace solo che davanti a tali provvedimenti la sinistra debba scoprire che persino la democraticissima Svizzera, terra di esuli e antifascisti, sia più fascista di noi.