Perché la Cina ha cominciato a mandare i suoi bombardieri vicino agli USA

La Cina l'estate scorsa ha mandato per la prima volta i suoi bombardieri strategici in volo verso gli Usa. Perchè?

Perché la Cina ha cominciato a mandare i suoi bombardieri vicino agli USA
00:00 00:00

Nel corso della Guerra Fredda, i bombardieri strategici e i pattugliatori marittimi a lungo raggio sovietici erano soliti, quasi regolarmente, affrontare lunghi voli per avvicinarsi alle coste statunitensi. La Nato ha sempre controllato da vicino questi voli, facendo levare in volo i propri caccia: lo spazio aereo intorno a Norvegia, Groenlandia, Scozia e Islanda era infatti piuttosto “trafficato” dagli aerei sovietici, che si inoltravano nell'Atlantico settentrionale sino ad arrivare in prossimità delle coste canadesi o del Maine.

Dall'altro lato del mondo, i bombardieri con la stella rossa volavano verso l'Alaska per spingersi oltre lungo la costa occidentale del continente nordamericano, e anche qui i caccia statunitensi e canadesi seguivano da vicino e costantemente l'evolversi di questi voli di pattugliamento. La loro finalità era sondare le difese dell'Alleanza Atlantica, dedurne i tempi di reazione, osservare le modalità di intercettazione e mandare un messaggio politico: nonostante la distanza, possiamo arrivare vicino alle vostre coste e colpirvi. La Nato faceva decollare gli aerei su allarme (in gergo militare scramble) per dare un segnale di rimando: vi possiamo intercettare a distanza di sicurezza dal nostro territorio. Un gioco delle parti, che a volte si è surriscaldato in caso di incidenti dovuti all'esuberanza dei piloti o all'intenzionale non rispetto delle regole di intercettazione e di condotta codificate internazionalmente.

Col dissolversi dell'Unione Sovietica e l'immediata seguente crisi economica russa, Mosca ha sospeso questi voli per poi riprenderli, ma in modo meno frequente, a partire dal 2008.

Lo scorso anno, più o meno in questo periodo – era il 24 luglio – la PLAAF (People's Liberation Army Air Force), l'aeronautica militare cinese, ha inviato per la prima volta bombardieri strategici H-6 per operazioni al largo delle coste dell'Alaska. Un comunicato stampa ufficiale statunitense aveva riferito al tempo che il Comando di Difesa Aerospaziale Nordamericano (Norad – North American Aerospace Defense Command) “ha rilevato, tracciato e intercettato due aerei militari TU-95 russi e due H-6 della Repubblica Popolare Cinese operanti nella Zona di Identificazione della Difesa Aerea dell'Alaska (ADIZ) il 24 luglio 2024. I caccia Norad degli Stati Uniti e del Canada hanno condotto l'intercettazione”. Gli H-6 erano accompagnati, come evidenziato dal comunicato, dai bombardieri strategici russi Tu-95 nell'ambito di un'operazione congiunta. A differenza del Tu-95 e del Tu-160, o dei tre tipi di bombardieri strategici americani, l'H-6 non è stato progettato per operazioni di portata intercontinentale ed è un aereo molto più leggero e con un'autonomia inferiore.

La comparsa dell'aereo nei cieli dell'Alaska ha alimentato quindi le speculazioni di diverse fonti occidentali secondo cui i due bombardieri cinesi potrebbero essere partiti da basi in Russia per raggiungere la zona.

È particolarmente interessante far notare, ai fini della nostra breve trattazione, che i bombardieri cinesi H-6 erano della versione con capacità nucleare, pertanto alcuni analisti ritengono che Pechino abbia voluto dimostrare a Washington che quella tipologia di bombardieri, ovvero l'H-6K entrata in servizio nel 2009, è ora pienamente operativa e integrata nella triade nucleare cinese e soprattutto capace di colpire in profondità (se pur da basi aeree russe).

Un'altra chiave di lettura per quel volo, però, potrebbe essere anche una forma di monito per gli Stati Uniti proprio in ambito atomico. Pechino starebbe avvisando Washington di non allargare il suo nuclear sharing ai suoi alleati in Asia, in particolare a Giappone e Corea del Sud. Il nuclear sharing è la condivisione di armamento nucleare a caduta libera (bombe atomiche) che gli Usa hanno stipulato con alcuni Paesi della Nato in Europa (Italia, Germania, Olanda, Belgio, Turchia e ora anche Regno Unito), come forma di deterrente a fronte della maggiore grandezza dell'arsenale nucleare non strategico prima sovietico e poi russo. La Repubblica Popolare Cinese probabilmente teme che le limitate relazioni tra la Nato e gli alleati asiatici degli Stati Uniti porteranno alla fine all'integrazione delle reti di alleanze europee e asiatiche degli Usa, con conseguente formazione di un'alleanza globale anti-cinese dotata di armi nucleari.

Per il momento quel volo congiunto è rimasto un unicum, ma non è da escludere che nei prossimi mesi, col deteriorarsi della situazione internazionale per

via della condotta cinese intorno a Taiwan e nel Mar Cinese Meridionale, ci possa essere una sua riedizione, ovviamente sempre come risposta a qualche tipo di mossa statunitense che Pechino possa leggere come provocatoria.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica