Politica estera

Elezioni in Polonia, Varsavia cambia strada: la maggioranza alla coalizione pro-Ue

Affluenza record al voto per il rinnovo del Parlamento e del Senato. La coalizione filo-Ue si è aggiudicata la maggioranza dei seggi in parlamento e potrebbe formare un nuovo governo

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Polonia, il voto ribalta i sondaggi: la maggioranza alla coalizione pro-Ue

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La Polonia potrebbe aver scelto un futuro più europeo. Secondo i primi exit poll, il partito di destra nazionalista Pis (Diritto e giustizia), al governo dal 2015, avrebbe ottenuto il 36,8% dei voti arrivando primo. La maggioranza dei seggi in parlamento, però, andrebbero all'opposizione filo-Ue composta da Piattaforma civica (Po) di Donald Tusk (31,6%), Terza Via (13%) e la Sinistra (8,6%). Al termine della tornata elettorale più partecipata della storia del Paese, con un'affluenza del 72,9%, la coalizione dei moderati si è aggiudicata 248 dei 460 scranni della Sejm, la Camera bassa, garantendosi la possibilità di formare un nuovo governo. Il Pis, invece, si è fermato a 200.

Il leader di Po ha celebrato la vittoria dei moderati di fronte ai suoi sostenitori. "È la fine di tempi oscuri, è la fine del dominio del PiS, ce l'abbiamo fatta" scandisce di fronte agli elettori festanti. "Ha vinto la democrazia, ha vinto la libertà, ha vinto la nostra amata Polonia. Questo giorno sarà ricordato nella storia come un giorno luminoso, la rinascita della Polonia". Donald Tusk ha affermato anche che costituirà un governo "nuovo, buono e democratico" con i suoi partner.

Nonostante il forte successo dell'opposizione, il primo ministro Mateusz Morawiecki ha scritto su X che "il Pis ha vinto le elezioni. Grazie, viva la Polonia". Anche Jarosław Kaczynski, presidente del partito, ha rivendicato il grande successo alle urne, ma ha anche ammesso che "non sappiamo" cosa succederà per quanto riguarda la formazione del governo. "Abbiamo davanti a noi giorni di lotta e di tensioni", ha affermato parlando ai sostenitori di Diritto e giustizia. "Sia che siamo al potere sia che siamo all'opposizione, continueremo a realizzare il nostro progetto e non permetteremo che la Polonia venga tradita".

Le reazioni della comunità europea non si sono fatte attende. Il Ppe (Partito polare europeo) ha commentato su X il risultato delle elezioni, affermando che "la maggioranza dei polacchi ha votato per il cambiamento. Vogliono una Polonia forte, stabile e orientata al futuro nel cuore dell'Ue. I polacchi hanno scelto lo stato di diritto, tribunali e media liberi, un esercito apolitico e la democrazia. Hanno scelto l'Europa". Ha fatto eco a queste parole il presidente dei Socialisti europei Iratxe Garcia Perez, che ha festeggiato per "una Polonia democratica, aperta ed europea" scelta dai cittadini al voto, perché "abbiamo di nuovo bisogno di Varsavia nel cuore dell'Europa".

In Italia, il deputato di Più Europa Benedetto Della Vedova ha dichiarato che la vittoria di Donald Tusk regala "a tutti gli europeisti e ai sostenitori della società aperta e dello stato di diritto una grande ragione di felicità e di sempre maggiore impegno. Il populismo sovranista, deleterio a ogni latitudine e longitudine, si può battere con una campagna elettorale seria e appassionata, anche se combattuta tutta in salita".

I risultati della votazione hanno confermato gli ultimi sondaggi, che davano il Pis al 37%, in calo rispetto al 43% del 2019, e il Po attorno al 30%.

Come previsto da molti osservatori, saranno i partiti minori a fare da ago della bilancia per la formazione di un nuovo esecutivo, che potrebbe imprimere una svolta europeista al Paese che, da anni, è ai ferri corti con Bruxelles.

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