La portaerei Usa Nimitz nel Mar Cinese Meridionale: l'avvertimento alla Cina sugli atolli contesi

La portaerei USS "Nimitz" insieme alla sua scorta è in navigazione nel Mar Cinese Meridionale vicino alle Filippine e alla Malesia in risposta alle tensioni tra Manila e Pechino per un atollo conteso

La portaerei Usa Nimitz nel Mar Cinese Meridionale: l'avvertimento alla Cina sugli atolli contesi

La portaerei USS “Nimitz”, insieme alla sua scorta che forma il Gruppo d'Attacco Portaerei numero 11 (CSG-11), dal 4 novembre è stata avvistata mentre navigava nei pressi delle acque orientali della Malesia e della ZEE (Zona Economica Esclusiva) del Brunei, nel Mar Cinese Meridionale.

In particolare, osservazioni tramite strumenti di Open Source Intelligence – nella fattispecie immagini satellitari pubbliche - hanno confermato che l'8 novembre la portaerei Usa stava operando a circa 270 chilometri a ovest di Kota Kinabalu, regione nel nord dell'isola del Borneo. Questa posizione è significativamente più a sud rispetto all'ultima posizione confermata vicino a Scarborough Shoal, un atollo corallino situato circa 220 chilometri a ovest dell'isola filippina di Luzon, dove si trova la capitale Manila.

Lo spostamento verso sud posiziona il Gruppo d'Attacco Portaerei 11 vicino a rotte di traffico marittimo vitali e a tre acque territoriali (Filippine, Malesia e Brunei), in un contesto politico di crisi tra Filippine e Repubblica Popolare Cinese (Rpc) proprio per via delle rivendicazioni di sovranità di Pechino sull'atollo in questione.

Scarborough Shoal, infatti, è al centro di una disputa internazionale tre i due Stati sin dal 2012: la Repubblica Popolare ne rivendica il possesso, insieme alle più meridionali isole Spratly, alle isole Paracelso e al 90% dell'intera superficie del Mar Cinese Meridionale, mentre Manila sostiene, in forza del diritto internazionale marittimo (Unclos), che l'atollo le appartenga in quanto al di dentro della sua ZEE. Nonostante l'arbitrato internazionale (2013) e una sentenza che afferma l'inconsistenza legale delle rivendicazioni cinesi, la Rpc ha continuato, nel corso di questi anni, ad aumentare la propria presenza – anche militare – arrivando a veri e propri scontri ravvicinati con alcuni Stati rivieraschi pur sempre restando al di sotto del conflitto armato vero e proprio. In particolare, negli ultimi 18/24 mesi le azioni aggressive cinesi si sono rivolte contro le Filippine proprio per la questione riguardante Scarborough Shoal, e Pechino, oltre a bloccare le unità navali e i pescherecci filippini, recentemente ha dichiarato unilateralmente l'atollo una “riserva naturale”: stratagemma legale per mettere la comunità internazionale davanti al fatto compiuto per quanto riguarda la sovranità sull'isola.

L'aumento delle azioni aggressive cinesi, condotte nella “zona grigia” dei conflitti, ha provocato un riavvicinamento tra Manila e Washington: le Filippine, negli ultimi due anni, stanno riconsiderando gli Stati Uniti come loro alleato, e hanno stabilito di concedere a Washington l'apertura di cinque nuove basi militari sul proprio territorio come forma di deterrenza nei confronti del gigante cinese.

Gli Usa, nonostante l'appeasement con la Rpc dal punto di vista commerciale (si veda la questione dazi e soia), non intendono cedere alle rivendicazioni cinesi, e l'ultima mossa di Pechino ha provocato la reazione del Segratario alla Difesa Pete Hegseth, che, nel suo viaggio in Asia orientale, ha invitato i Paesi dell'Asean ad avere maggiore “fermezza” e a contrastare le azioni “destabilizzanti” della Rpc in quel quadrante geografico. Washington si è impegnata a espandere le esercitazioni militari congiunte e i pattugliamenti marittimi coi partner regionali e il Segretario Hegseth ha accolto con favore l’esercitazione marittima Asean-Usa pianificata per dicembre, definendola un passo cruciale verso la garanzia della libertà di navigazione, un principio fondamentale della politica indo-pacifica statunitense.

Questa continua e intensa presenza della portaerei “Nimitz” nel Mar Cinese Meridionale conferma pertanto l'impegno costante degli Stati Uniti per la stabilità regionale, ma potrebbe nascondere anche un secondo fine, in caso che la situazione politica tra Rpc e Filippine lo richieda nel breve termine: una dimostrazione di forza militare nelle acque del Mar Cinese Meridionale in prossimità dell'atollo conteso.

Tra la fine di ottobre e l'inizio di novembre, infatti, il Comando USA per l'Indo-Pacifico aveva emesso un ordine per preparare un'esercitazione militare congiunta da effettuarsi nel mare prospiciente la parte occidentale dell'isola di Luzon, che dovrebbe riguardare anche manovre rivolte a testare la capacità di fuoco di precisione, impiegando sistemi lanciarazzi guidati come il ben noto M-142 Himars.

Attualmente, stante la posizione della portaerei “Nimitz”, è da escludere che queste manovre a fuoco possano essere effettuate nel brevissimo termine, e si ritiene che Washington abbia ventilato quest'ipotesi come forma di pressione diplomatica nei confronti di Pechino, ma la tensione resta elevata nonostante le forme di

de-escalation recentemente stabilite tra i due giganti che si affacciano sull'Oceano Pacifico: le forze militari di Usa e Rpc hanno convenuto di aprire una linea di comunicazione diretta per limitare le reciproche incomprensioni.

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