"Putin ha bisogno di Trump". Ecco perché lo zar vuole incontrare il leader Usa

Secondo gli esperti il presidente russo ritiene il presidente degli Stati Uniti "la persona più adatta" per raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina

"Putin ha bisogno di Trump". Ecco perché lo zar vuole incontrare il leader Usa
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Un vertice tra Donald Trump e Vladimir Putin potrebbe avere luogo molto presto. La notizia, fatta trapelare da fonti del Cremlino all'indomani della visita dell'inviato speciale Steve Witkoff nella capitale russa, arriva a poche ore dalla scadenza dell'ultimatum fissato dal capo della Casa Bianca entro il quale Washington potrebbe approvare nuove sanzioni contro Mosca. A confermarla è stato lo stesso zar che al termine di un meeting con il presidente emiratino Mohamed bin Zayed al Nahyan ha indicato che proprio gli Emirati Arabi Uniti potrebbero ospitare un suo incontro con il leader americano. E mentre un funzionario dell'amministrazione repubblicana rivela al New York Post che Trump sarebbe disposto ad incontrare Putin solo se il presidente russo vedrà anche Zelensky, analisti e media si interrogano sui calcoli delle autorità della Federazione in vista dell'atteso faccia a faccia tra i rappresentanti delle due superpotenze che potrebbe svolgersi già la prossima settimana.

Non ci gira attorno il New York Times che in un'analisi appena pubblicata sostiene che Putin consideri il vertice con il presidente degli Stati Uniti "la migliore possibilità" di ottenere la vittoria nel conflitto contro Kiev. Per il leader russo, sottolinea il quotidiano Usa, il summit sarebbe fondamentale per raggiungere i suoi obiettivi in Ucraina, forse persino più degli sforzi sul campo di battaglia. Come infatti affermato da studiosi e persone che conoscono il presidente della Federazione, quest'ultimo sin dall'inizio dell'operazione militare speciale punterebbe ad ottenere un accordo di pace che realizzi obiettivi geopolitici non necessariamente corrispondenti a specifiche conquiste territoriali.

Secondo gli osservatori, Trump sarebbe dunque "la persona più adatta" a raggiungere gli obiettivi russi, tra i quali sbarrare il cammino di Kiev verso l'ingresso nella Nato e impedire l'espansione dell'Alleanza atlantica. The Donald "è necessario per soddisfare le condizioni della Russia", conferma Sergei Markov, analista filo-Cremlino. Un'opinione che trova riscontro nelle frequenti uscite pubbliche di Putin a favore di un incontro con il tycoon. Come quando lo zar a gennaio disse che "probabilmente è meglio incontrarci e, sulla base della realtà odierna, parlare con calma di tutti gli ambiti che interessano sia gli Stati Uniti che la Russia".

Sino a pochi giorni fa, l'interesse mostrato da Mosca per un vertice tra i due presidenti veniva accolto a Washington con un certo distacco. L'improvviso impegno della Casa Bianca in merito al faccia a faccia, scrive ancora il New York Times, solleva a questo punto degli interrogativi su cosa sia stato concordato ieri nel corso dei colloqui tra Putin e Witkoff. Il consigliere di politica estera del leader russo, Yuri Ushakov, ha dichiarato ai giornalisti che sono stati trasmessi "segnali" non meglio precisati all'inviato speciale Usa. Una possibilità è che il presidente russo potrebbe aver indicato una maggiore flessibilità sulla questione della suddivisione o dello scambio di territori nel caso di un accordo tra Mosca e Kiev.

Alcuni analisti ipotizzano che le posizioni più dure espresse sin qui dagli inviati russi siano parte di una strategia volta a "forzare" un incontro tra Putin e Trump e che, inoltre, il meeting possa servire a convincere il miliardario a "tornare a sostenere le opinioni del leader russo su quelle che lui definisce le cause profonde del conflitto". Tatiana Stanovaya del Carnegie Moscow Eurasia Center ritiene che il leader della Federazione voglia che l'Ucraina smetta di essere ciò che lui considera un "progetto anti-russo" e che ritorni nella sfera di influenza di Mosca.

"Il territorio è molto secondario", prosegue l'esperta prima di affermare che Putin preferirebbe la capitolazione di Zelensky, sotto la pressione di Trump, in modo che le forze russe possano cessare i combattimenti ma sarebbe comunque disposto a combattere "per anni, se necessario".

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