
Il secondo turno delle elezioni presidenziali in Romania sembra essere tutto tranne che passato in giudicato. Il leader ultranazionalista romeno George Simion, sconfitto al ballottaggio delle elezioni presidenziali di domenica dal sindaco europeista di Bucarest Nicușor Dan, ha presentato un ricorso formale alla Corte Costituzionale chiedendo l'annullamento del voto. Nonostante l'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) abbia certificato che il voto si è svolto in linea con i principi democratici, ha segnalato rischi legati alla disinformazione online e alla manipolazione mediatica.
Le accuse di Simion
Alla base della sua richiesta, ha dichiarato, vi sarebbero presunte "interferenze esterne", in particolare attribuite alla Francia. "Per le stesse ragioni che portarono all’annullamento delle elezioni di novembre, chiedo ufficialmente alla Corte di invalidare anche questo scrutinio", ha scritto Simion in un messaggio pubblicato sulla piattaforma X, accompagnato dalle bandiere di Francia e Moldavia. "Né Parigi né Chișinău – né alcun altro attore statale o non statale – hanno il diritto di influenzare la sovranità elettorale della Romania", ha aggiunto.
Le sue dichiarazioni arrivano dopo che Pavel Durov, fondatore di Telegram, ha sostenuto che agenti dei servizi di intelligence francesi gli avrebbero chiesto di rimuovere contenuti a favore di Simion in vista del voto. Un’accusa che è stata immediatamente respinta dalla DGSE, l’agenzia francese per l’intelligence estera. Simion, leader di AUR (Alleanza per l'Unione dei Romeni), era arrivato in testa al primo turno, ma è stato battuto al secondo dal moderato Dan, sostenuto da un’ampia coalizione centrista e progressista. È la seconda volta in pochi mesi che l’esito di un’elezione presidenziale in Romania viene messo in discussione: a novembre, la Corte Costituzionale aveva già annullato i risultati del primo turno, che aveva visto prevalere il populista Georgescu, accusato di aver omesso la dichiarazione di finanziamenti per la campagna elettorale, in particolare per attività sui social media come TikTok. Nel suo ultimo appello, Simion ha esortato i cittadini a unirsi nella richiesta di invalidazione del voto, definendolo una "farsa orchestrata". "Non ci arrenderemo, non tradiremo: questa è solo l’inizio di una grande vittoria", ha dichiarato, ribadendo di essere in possesso di prove a sostegno delle sue accuse.
Zakharova risponde da Mosca
Intanto, Mosca continua a respingere le eventuali responsabilità nella fase 1 di questa vicenda. A intervenire è stata la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che ha definito le insinuazioni "totalmente infondate", accusando invece le autorità di Bucarest di aver alimentato una profonda crisi politica interna. In un messaggio diffuso su Telegram, Zakharova ha puntato il dito contro la gestione del processo elettorale romeno, definito “costellato di scandali” e indicato come responsabile della crescente sfiducia dei cittadini nelle istituzioni e nell’allineamento del Paese alle politiche dell’Unione Europea. Secondo la diplomatica, la polarizzazione sociale e il clima di instabilità sarebbero conseguenze dirette di questa situazione. I tentativi del governo di addossare a Mosca la responsabilità del malcontento, ha aggiunto, sono “patetici”. La portavoce ha poi affermato che la normalizzazione dei rapporti bilaterali dipenderà esclusivamente dalla capacità di Bucarest di “liberarsi dagli stereotipi russofobi”.
Il boicottaggio delle consultazioni
Nel frattempo, la tensione politica nel Paese resta alta. AUR ha annunciato il boicottaggio delle consultazioni per la formazione del nuovo governo, accusando Dan di escludere le forze che non lo hanno sostenuto al ballottaggio. "Non è il presidente di tutti i romeni", ha dichiarato in Parlamento il deputato AUR Dan Tănasă, definendo il nuovo capo dello Stato un "burattino" e un "bugiardo", accusandolo di aver fatto leva sulla paura e sul sostegno di potenze straniere, in particolare la Francia, per ottenere la vittoria.
Inizialmente conciliante nel riconoscere la sconfitta – “Eravamo soli contro il sistema” –, Simion ha poi cambiato tono, lasciando intendere un possibile ricorso contro i risultati. In risposta a un sostenitore che lo invitava ad agire, ha scritto su Facebook: “Sì, sono un combattente”, promettendo un “annuncio importante” da diffondere presto sui social.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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