"Rubata la statua di Melania Trump". È giallo in Slovenia

Scomparsa l'opera commissionata per denunciare le politiche anti-immigrati di Donald Trump

"Rubata la statua di Melania Trump". È giallo in Slovenia
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Che la figura di Melania Trump sia avvolta da un fitto alone di mistero è un fatto ormai più che assodato. La stampa Usa continua a interrogarsi sulla presenza della first lady, ancora più evanescente che durante il primo mandato del tycoon, e sulle sue continue defezioni a Washington e all’estero, come in occasione della recente visita in Medio Oriente del marito. Al considerevole materiale che l’ex top model fornisce ai media nonostante le sue apparizioni pubbliche distillate col contagocce, si aggiunge adesso, suo malgrado, un nuovo inspiegabile giallo.

A fare da sfondo ai fatti è Sevnica, la città slovena in cui Melania Knavs è nata 55 anni fa. È proprio qui, nei pressi di un apparente placido villaggio del Vecchio Continente, che è svanita nel nulla una statua in bronzo raffigurante la first lady statunitense. La polizia, già al lavoro su quanto accaduto, ha fatto sapere di essere “intervenuta subito sul posto” e di aver avviato un'inchiesta per individuare i responsabili del furto.

Non è la prima volta che la statua di Melania Trump fa parlare di sé. Un'opera precedente, sempre raffigurante la moglie di The Donald e scolpita sei anni fa da un unico pezzo di legno da un artista locale di nome Ales “Maxi” Zupevc, era stata bruciata da ignoti il 4 luglio del 2020. Come riferisce la Bbc news, l’artista americano Brad Downey, che aveva commissionato l’opera, aveva però già fatto realizzare un suo calco e la statua era stata riproposta in bronzo nello stesso luogo alcuni mesi dopo.

Al tempo della presentazione della nuova versione dell’opera che raffigura Melania mentre saluta con la mano – un gesto ispirato dalla posa della first lady durante l’inaugurazione del primo mandato del repubblicano -, Downey aveva dichiarato che la statua era stata progettata per essere “il più solida possibile, realizzata con un materiale durevole che non può essere distrutto in modo arbitrario”. Precauzioni che non hanno impedito ai ladri di tagliarla all’altezza delle caviglie e di portarla via pochi giorni fa.

C’è da dire che dietro alla scultura si nasconde un inaspettato significato. Downey l’ha definita un’opera di "contro-propaganda" e un "non-monumento" realizzato per contestare le politiche del presidente Trump e per ricordare che sua moglie, nata nell’ex Jugoslavia, è un'immigrata. Melania lasciò infatti il suo Paese nei primi anni Novanta per lavorare come modella a Milano e a Parigi, prima di approdare nel mondo dell’alta moda di New York. Una svolta che nel 1988 le permise di incontrare il suo futuro marito e attuale inquilino della Casa Bianca. Con la sua iniziativa Downey ha voluto dunque sottolineare il fatto che Melania ha beneficiato di una procedura accelerata per ottenere la cittadinanza americana. Un trattamento di favore che, sostiene l’artista, stride con le politiche “xenofobe” riservate da Trump ad altri immigrati.

Polemiche a parte, resta a questo punto da vedere se la polizia riuscirà davvero a ritrovare la statua e gli autori del furto.

Intanto le autorità locali, dopo aver condannato “qualsiasi forma di ingerenza nella proprietà privata o pubblica", aggiungono che "nessuno andava fiero dell'immagine" della first lady degli Stati Uniti. Non è chiaro però se intendessero fare riferimento all'estetica della statua o al limitato operato a Washington della loro connazionale più celebre.

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