Lo schiaffo inatteso a Marine e Bardella. "Vince il disonore, trionfo rimandato"

La leader dell'ultradestra ottimista: "Siamo noi il primo partito di Francia"

Lo schiaffo inatteso a Marine e Bardella. "Vince il disonore, trionfo rimandato"
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Impresa fallita. «Ma la nostra vittoria è solo rimandata», è la convinzione di Marine Le Pen. Il record storico di seggi raggiunti al secondo turno delle legislative non basta al Rassemblement National e ai suoi alleati per strappare il governo di Francia e la maggioranza assoluta che sembrava alla portata dopo il 34 per cento del primo turno. Il «fronte repubblicano» risorge ai ballottaggi e batte l'ex Front National di Jean-Marie Le Pen per imporre lo stop, anche stavolta, alla leader artefice della sorprendente ascesa dell'ultradestra francese e all'enfant prodige di Rn, il 28enne candidato premier Jordan Bardella. Il Rassemblement national che aspirava alla maggioranza assoluta arriva solo terzo nella nuova Assemblée nationale, dietro all'alleanza delle sinistre prima e i macroniani secondi. È una doccia fredda dopo una campagna elettorale in cui Rn ha creduto davvero di farcela e di poter arrivare a Matignon sull'onda del boom delle europee del 9 giugno, in cui si è affermato come primo partito di Francia, scatenando la reazione esplosiva del presidente Emmanuel Macron, che per tutta risposta ha deciso di chiamare il Paese al voto e sciogliere il Parlamento. Ma l'Unione europea è un'altra storia. Per la formazione del Parlamento di Strasburgo si vota a un solo turno e con un sistema elettorale proporzionale. Ancora una volta, il maggioritario a doppio turno delle legislative francesi e il «barrage» - lo sbarramento contro un intero blocco - ha inferto un duro colpo all'ultradestra.

Eppure nulla è ancora chiaro sul futuro governo della Francia. E Marine Le Pen tiene i nervi saldi. Si mostra fredda e ottimista: «Rn è il primo partito in Francia. La marea sta salendo. Ho troppa esperienza per essere delusa da un risultato in cui raddoppiamo il nostro numero dei parlamentari». Anche per questo che, nonostante la batosta, Bardella prende la parola poco dopo la chiusura delle urne per ringraziare la mobilitazione dei suoi elettori e spiegare che «stasera tutto comincia, perché nulla può fermare un popolo che torna a sperare». Bardella e Le Pen sanno di essere stati loro, che hanno doppiato il partito di Macron alle ultime Europee, a dare il via a un terremoto politico in Francia. Il presidente del Rn, scosso ma ostinato, spiega che quella del Rassemblement national è «la sola alternativa al partito unico» e torna ad additare - come ha fatto in campagna elettorale - «l'alleanza del disonore» tra macroniani e ultragauche. Dopo il voto del 7 luglio, Rn avrà gioco ancora più facile nel ribadire quello che Bardella ha ripetuto ancora ieri, che questi accordi «gettano la Francia nella braccia dell'estrema sinistra di Jean-Luc Mélenchon». Lui e Marine Le Pen sanno bene che l'alleanza anti-Rn - che nella precedente legislatura operava sotto il nome di Nupes - è già implosa in Aula per i dissidi interni e per la diversità di obiettivi e programmi, essendo una coalizione «contro natura». Entrambi sono consapevoli che i giorni a venire non saranno affatto facili per il capo dello Stato, per la formazione di un nuovo esecutivo e per la sua tenuta. «Macron è isolato, l'estrema sinistra è incendiaria, che faranno?» chiede Bardella, aspettando di vedere il cadavere dei suoi nemici passare sulla riva del fiume.

Senza mai parlare di «vittoria rubata» - anche se è questo quello che ha in mente - il giovane prodigio dell'ultradestra francese torna sulla questione di un esito che sembrava certo e che è stato sfilato a molti cittadini sotto i propri occhi: «Privare milioni di francesi dell'opportunità di vedere le proprie idee al potere non sarà mai un destino affidabile per la Francia», è la sua analisi.

L'obiettivo è assistere all'implosione del prossimo governo, da cui il Rassemblement National sarà nuovamente escluso. La speranza è che il tempo renda giustizia all'ultradestra. Che arrivino presto nuove elezioni. Che gli alleati anti-Rn si scannino fra loro e il loro flop apra le porte a Rn. Con la testa alle prossime presidenziali.

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