Lo speaker repubblicano: "Aiuti all'Ucraina o lascio"

Prosegue il braccio di ferro alla Camera degli Stati Uniti. Asse Johnson-democratici su un nuovo pacchetto di armi a Kiev. Ma i trumpiani vogliono la sua testa

Lo speaker repubblicano: "Aiuti all'Ucraina o lascio"
00:00 00:00

New York - Fare la «cosa giusta», anche rischiando la poltrona. A soli sei mesi dalla nomina come speaker della Camera Usa, il repubblicano Mike Johnson è arrivato a un bivio cruciale, in cui deve scegliere se onorare la sua visione degli interessi nazionali o assecondare le richieste dell`ala destra del suo partito. I deputati più estremisti, a partire dalla trumpiana di ferro Marjorie Taylor Greene, stanno cercando estrometterlo per bloccare gli aiuti per Ucraina, Israele e Taiwan.

Johnson ha annunciato che il voto sui disegni di legge si terrà sabato, assicurando di essere pronto a rischiare la sfiducia, perdendo la sua carica. «La storia ci giudica per quello che facciamo - ha detto - Credo che fornire aiuti cruciali all'Ucraina in questo momento sia di fondamentale importanza. Sono disposto a rischiare personalmente per questo». I piani per Kiev e per Israele hanno il supporto della Casa Bianca, e proprio il fatto di aver trovato una sponda nei democratici (per far passare le leggi c`è quasi certamente bisogno del loro voto) ha mandato su tutte le furie l`ala destra del Gop.
«Sostengo fermamente questo pacchetto per inviare un aiuto fondamentale a Israele e all'Ucraina, fornire aiuti umanitari di cui hanno disperatamente bisogno i palestinesi a Gaza e rafforzare la sicurezza e la stabilità nell`Indo-Pacifico», ha sottolineato il presidente Joe Biden. «La Camera deve approvare il pacchetto questa settimana e il Senato dovrebbe seguirla rapidamente - ha proseguito - Io lo firmerò immediatamente per inviare un messaggio al mondo: siamo al fianco dei nostri amici e non permetteremo che l`Iran o la Russia abbiano successo».

«Non so per quanto tempo la gente lo tollererà, perché non sta facendo altro che servire i democratici», ha replicato Greene riferendosi a Johnson. I leader repubblicani della Camera, intanto, stanno discutendo privatamente di usare il dibattito sul pacchetto da 95,3 miliardi di dollari di aiuti all`estero (rimasto nel limbo per mesi) per rendere più difficile la mozione di sfiducia dello speaker, che allo stato attuale può essere presentata da qualsiasi membro. Ed è così che gli estremisti del partito sono riusciti ad estromettere il predecessore di Johnson, Kevin McCarthy, in ottobre. In discussione c`è la possibilità di inserire nel regolamento una clausola che innalzi la soglia necessaria per presentare mozioni di sfiducia, come avveniva quando alla guida della Camera c`era la democratica Nancy Pelosi, e solo i leader del partito potevano presentare tali iniziative. McCarthy invece ha accettato di abbassare la soglia a un singolo membro nel gennaio 2023, cosa che alla fine gli è costata la poltrona.

Intanto, insieme ai tre progetti di legge distinti per gli aiuti a Ucraina, Israele e Taiwan - in parte come prestiti e con l'obbligo per una supervisione e una strategia militare - lo speaker presenterà un quarto provvedimento per

il sequestro degli asset russi congelati, per la vendita di TikTok e nuove sanzioni all`Iran. Johnson ha deciso anche di proporre un dibattito su una misura separata per il confine col Messico, non legata però agli aiuti.

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica