Il dipartimento di Stato statunitense ha annunciato che quattro gruppi riconducibili all’area “antifa” in Germania, Italia e Grecia saranno inseriti nella lista delle entità considerate “Terroristi Globali Specialmente Designati” e, dal 20 novembre, saranno classificati ufficialmente come Organizzazioni Terroristiche Straniere. I gruppi Antifa "minano le istituzioni demcoratiche", ha tuonato Marco Rubio. "Gli Stati Uniti continueranno a utilizzare tutti gli strumenti disponibili per proteggere la nostra sicurezza nazionale e pubblica e negheranno finanziamenti e risorse ai terroristi, prendendo di mira anche altri gruppi Antifa in tutto il mondo", ha aggiunto il segretario di Stato americano.
La decisione riguarda in particolare il collettivo tedesco noto come Antifa Ost e tre altre formazioni attive tra Italia e Grecia, indicate da Washington come responsabili di azioni violente e di campagne coordinate contro obiettivi occidentali. Federazione Anarchica Informale/Fronte Rivoluzionario Internazionale (FAI/FRI) è, invece, il gruppo italiano incriminato descritto come "gruppo anarchico militante che opera principalmente in Italia, con affiliati in Europa, Sud America e Asia". Il gruppo "dichiara la necessità della lotta armata rivoluzionaria contro gli stati nazionali e la 'Fortezza Europà" e risulta lo stesso in cui per anni è stato militante l’anarchico Alfredo Cospito.
Il comunicato americano sottolinea che tutti i gruppi coinvolti seguono ideologie “rivoluzionarie anarchiche o marxiste”, che includono elementi di “anti-americanismo, anticapitalismo e antichristianesimo”, e che la loro azione avrebbe carattere transnazionale, con obiettivi non solo locali ma anche rivolti a destabilizzare “la civiltà occidentale”. Secondo la nota, questi gruppi avrebbero condotto attività considerate parte di una strategia transnazionale ispirata a ideologie anarchiche e radicali, con episodi registrati non solo in Europa ma anche in territorio americano. La designazione comporterà il congelamento di eventuali beni soggetti alla giurisdizione degli Stati Uniti e l’imposizione di sanzioni penali nei confronti di chiunque fornisca supporto materiale o logistico alle organizzazioni coinvolte.
La mossa rappresenta un ampliamento significativo dell’approccio statunitense al contrasto del terrorismo. Finora, le liste FTO hanno riguardato soprattutto gruppi jihadisti, separatisti o milizie estremiste. Inserire formazioni di matrice antifascista e anarchica in un elenco tipicamente riservato ad attori strutturati e con capacità militari introduce un precedente che potrebbe ridefinire il perimetro stesso del terrorismo internazionale secondo la dottrina statunitense.
La decisione rischia inoltre di generare tensioni diplomatiche con i governi europei, che negli anni hanno trattato le attività delle frange più radicali della galassia “antifa” come questioni di ordine pubblico piuttosto che come minacce terroristiche. In Germania il fenomeno ha assunto maggiore visibilità negli ultimi anni, con alcuni episodi di violenza attribuiti a gruppi affini.
Resta da capire quale impatto avrà la scelta americana sulla cooperazione giudiziaria e di sicurezza con i Paesi coinvolti, e come questi risponderanno all’invito implicito a riconsiderare la natura delle stesse organizzazioni. Il Dipartimento di Stato non ha fornito nel dettaglio le prove alla base della designazione, che potrebbero essere rese note nei prossimi giorni o restare coperte da riservatezza.
Washington mostra una sempre più crescente attenzione ai movimenti radicali non jihadisti, nel tentativo di rafforzare l’immagine di una strategia antiterrorismo “a spettro completo”.
Il 20 novembre, data dell’entrata in vigore della designazione, potrebbe segnare una svolta nel rapporto tra gli Stati Uniti e il panorama dei movimenti antagonisti europei, con potenziali ricadute politiche e giudiziarie ancora difficili da prevedere.