La Spagna si sfila. Trump: "Pagheranno"

La stretta di mano mancata e l'isolamento durante il vertice. Cosa è successo e quali sono le richieste di Madrid

La Spagna si sfila. Trump: "Pagheranno"
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Ancora prima di raggiungere il vertice NATO, il presidente statunitense Donald Trump aveva puntato il dito contro la Spagna per la sua opposizione all’obiettivo di portare la spesa militare al 5% del PIL.

Le dichiarazioni di Trump

"C'è sempre un problema con la Spagna, non è d’accordo. È ingiusto per gli altri membri", aveva affermato a bordo dell’Air Force One, definendo la posizione di Madrid un ostacolo all’unità dell’Alleanza.
Poco dopo, aveva rilanciato su Truth Social un articolo corredato da grafici sulle spese militari, accusando la Spagna di "rischiare di far fallire il vertice NATO", accompagnando il post con un commento secco: "Gli Stati Uniti spendono quasi un miliardo di dollari, non è accettabile. Ne parlerò con gli alleati".

In quelle ore, fonti del governo spagnolo, avevano definito la soglia imposta da Washington "non praticabile" e "controproducente". “Trump ci considera un problema perché siamo gli unici ad avere il coraggio di dire che il re è nudo. Molti lo pensano, ma solo noi lo dichiariamo apertamente”, ha riferito una fonte vicina a Pedro Sánchez.
Nel pieno dei lavori dell'Aja, il premier spagnolo replica, rispondendo pubblicamente dal vertice: “La Spagna continuerà a essere un attore chiave nella difesa europea e atlantica. Questo è il nostro impegno”, ha scritto Sánchez su X.

La lettera di Madrid e il dibattito che si infiamma

Prima del vertice, Madrid aveva inviato una lettera alla segreteria generale della Nato in cui si dichiarava l'impossibilità strutturale per il Paese di raggiungere la soglia proposta. Sanchez ha bollato, infatti, l'aumento come "non realistico" in rapporto alle esigenze sociali interne, sottolineando nella missiva le priorità sociali interne e la necessità di un "realismo strategico". Ma si tratta anche Realpolitik: Sanchez, infatti, regge la sua presidenza su un governo di minoranza sostenuto dalla sinistra e dai movimenti indipendentisti catalano e basco. Questa volta, tuttavia, nonostante i problemi posti dagli alleati di sinistra - contrari al riarmo e coinvolti nei movimenti pacifisti -, il capo del governo è riuscito a negoziare un accordo che consentirà alla Spagna di non sottostare all'obbligo di raggiungere quota 5%, optando per un 2,1% "sufficiente e realistico".

Una mossa che ha infiammato il dibattito. Mark Rutte ha prontamente smentito qualsiasi deroga, ribadendo che l’accordo resta sul 5%. In verità, hanno ragione entrambi: il compromesso consente margini d’interpretazione, ma sulla carta resta l’impegno pieno. Il rischio è l’effetto domino. Il premier slovacco Robert Fico si è subito allineato a Madrid, rivendicando il diritto di scegliere ritmi e modalità di spesa autonoma, pur dichiarando l’intenzione di rispettare gli obiettivi NATO entro il 2035. Rutte insiste che tutto verrà verificato nei report annuali, ma questi non saranno vincolanti.

Cosa ha firmato la Spagna?

Tuona il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nel un punto stampa al termine del vertice della Nato. "In 32 abbiamo fatto tutti la stessa cosa", ha aggiunto la premier. "L'Italia ha fatto come la Spagna perché la Spagna ha firmato esattamente lo stesso documento che abbiamo firmato noi e aggiungo anche che non mi pare di aver sentito nell'intervento di nessuno questa mattina in assemblea dei toni polemici o dei distinguo. Quindi noi abbiamo fatto come la Spagna, o la Spagna ha fatto come noi, non lo so, ma in 32 abbiamo fatto esattamente la stessa cosa", rispondendo a una domanda sull'interpretazione del premier spagnolo di avere una deroga sul target del 5%.

Sanchez è tornato poi sull'argomento, precisando ciò che non era immediatamente chiaro: ha affermato che la cifra del 2,1% del Pil da spendere nella difesa non è "arbitraria" e non è stato lui a determinarla bensì è una stima fatta dalle forze armate spagnole. "Le forze armate del ministero della Difesa ci dicono che" per raggiungere entro il 2035 gli obiettivi di capacità concordati con la Nato, "basta una spesa del 2,1% del nostro Pil", ha detto il leader socialista rispondendo a una domanda sulle dichiarazioni di Rutte.

A vertice concluso, Trump ha duramente criticato la Spagna per la sua posizione sulle spese militari NATO,

definendola "terribile" e minacciando ritorsioni economiche: "Quando negozieremo sui dazi, pagheranno il doppio. La loro economia è solida, ma potrebbe crollare se succedesse qualcosa".

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