
Chi controlla i mari vincerà il prossimo conflitto. Almeno nell'Oceano Pacifico. Questo assunto è ben chiaro ai generali del Pentagono che osservano con crescente preoccupazione il potenziamento della marina cinese e, in particolare, dei suoi sommergibili. Pechino, riporta il Wall Street Journal in un approfondimento sul tema, è infatti sul punto di diventare una potenza sottomarina di livello mondiale con una flotta migliore e più grande e con nuove tecnologie. La Cina starebbe così guadagnando terreno sugli Stati Uniti e sui loro alleati dando il via a una corsa agli armamenti proprio nelle profondità del Pacifico.
La Repubblica Popolare può contare ormai su sommergibili silenziosi e veloci in grado di rimanere in immersione più a lungo e con un carico di armi e sensori più avanzati. Il tutto mentre le autorità politiche cinesi hanno esteso i confini del loro "cortile" nel Mar Cinese Meridionale e dimostrato di essere pronte ad accerchiare Taiwan in vista di una possibile invasione della "provincia ribelle".
Washington e altri Paesi occidentali non restano a guardare. Gli Usa dispongono di basi militari nella regione e già dall'anno scorso hanno trasferito nel Pacifico i loro sottomarini d'attacco più avanzati appartenenti alla classe Virginia. Gli esperti sostengono che tutte le potenze che aspirano ad avere una marina militare nell'Indo-Pacifico stanno costruendo o acquistando sottomarini. In base al patto di difesa "Aukus" del 2021, l'Australia dovrebbe acquistare sino a cinque sommergibili a propulsione nucleare dagli Stati Uniti e collaborare con il Regno Unito per la costruzione di una nuova unità.
Il patto "Aukus" è però in revisione da parte dell'amministrazione Trump anche a causa dei ritardi nella costruzione dei sottomarini. Gli Usa faticano infatti a stare al passo con i livelli di produzione cinesi. Pechino ha già la più grande capacità di costruzione di navi commerciali al mondo e la più numerosa flotta navale. Il gigante asiatico ha in particolare migliorato i suoi sottomarini a propulsione nucleare - tra questi c'è il "Type 095" che secondo gli addetti ai lavori sarà molto silenzioso - e quelli a propulsione convenzionale. Nella recente parata militare l'erede del Celeste Impero ha presentato, tra gli altri, un drone sottomarino che potrebbe funzionare come un sottomarino.
A livello di sommergibili, per il momento gli States detengono ancora un vantaggio tecnologico sulla Cina che però rischia di trasformarsi secondario se si tiene in considerazione la limitata capacità produttiva americana. La consegna del primo dei sottomarini di classe Columbia con missili balistici è prevista nel 2029 avendo già accumulato due anni di ritardo. Gli Usa sono inoltre al lavoro su una nuova classe di sottomarini ultra-avanzati, per ora denominati SSN(X), la cui costruzione dovrebbe essere avviata a partire dal 2040. Se poi si aggiungono i pesanti arretrati nella manutenzione delle varie unità, per l'America il quadro che ne viene fuori è sconfortante.
La corsa contro il tempo nella produzione di sottomarini coinvolge intanto gli alleati di Washington. Le continue minacce cinesi contro Taiwan non vengono ignorate da Paesi come il Giappone, la Corea del Sud, le Filippine, l'Australia e Singapore - ma anche la Francia e il Regno Unito - che si preparano a essere coinvolti in un'alleanza di guerra contro la Cina. Vitale in tale scenario per la coalizione occidentale si dimostrerebbero la capacità di combattere, di difendere le rotte di navigazione e di bloccare l'accesso della Repubblica Popolare alle risorse strategiche.
Il raggiungimento di tali obiettivi e le sorti di Taipei dipendono anche dalla velocità con cui i cantieri delle nazioni alleate sforneranno sommergibili pronti a contrastare la potenza militare cinese. Sempre che non sia ormai troppo tardi.