Svolta in Turchia, il Pkk si scioglie e rinuncia alla lotta armata

La decisione del Partito dei Lavoratori del Kurdistan pone fine a 45 anni di lotta armata. Il suo leader, Abdullah Ocalan, è in carcere dal 1999

Svolta in Turchia, il Pkk si scioglie e rinuncia alla lotta armata
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Finisce un'epoca in Turchia. Il Pkk (Partito dei Lavoratori del Kurdistan) ha annunciato il proprio scioglimento e la fine di oltre quattro decenni di lotta armata contro lo Stato turco. "Il 12° congresso del Pkk ha deciso di sciogliere la struttura organizzativa del Pkk e di porre fine alla sua lotta armata", ha annunciato il gruppo armato curdo in una dichiarazione ufficiale, dopo aver dichiarato in precedenza di aver tenuto il suo congresso la settimana scorsa. "Il processo pratico (per l’abbandono della lotta armata e per lo scioglimento) sarà gestito e attuato dal leader Apo", si legge nella dichiarazione, in riferimento al nome con cui è conosciuto Abdullah Ocalan, fondatore e capo del Pkk, che dal 1999 si trova incarcerato nel carcere sull’isola di Imrali, nel mare di Marmara a sud di Istanbul, dopo una condanna all’ergastolo.

Nato il 27 novembre 1978 come organizzazione politica e paramilitare, il Pkk era diffuso prevalentemente nell'altopiano del Kurdistan, con il sostegno prevalente delle masse popolari (soprattutto agricole) nel Kurdistan turco, nel sud-est della Turchia, zona popolata dall'etnia curda, ma attiva anche nel Kurdistan iracheno. Inizialmente d'ispirazione marxista-leninista, insieme ad altri partiti minori si è battuto per la nascita di uno Stato indipendente nella regione storico-linguistica del Kurdistan, a cavallo tra Turchia, Iraq, Iran e Siria. Dai primi anni ’80 il gruppo curdo, ritenuto da Ankara terrorista, è stato coinvolto in un conflitto armato con l’Esercito della Turchia che in circa 45 anni ha portato alla morte di oltre 40mila persone. Dal 1999 Ocalan, incarcerato, ha abbandonato il marxismo-leninismo, rimuovendo la falce e martello dalla bandiera del Pkk.

Ocalan alla fine dello scorso febbraio aveva esplicitamente chiesto il disarmo e lo scioglimento del Pkk. Lo storico appello è arrivato dopo diversi colloqui con i deputati del Dem (Partito dell'Uguaglianza e della Democrazia dei Popoli) che lo hanno incontrato in carcere tra dicembre e febbraio, mentre non riceveva visite da circa 10 anni. Gli incontri tra Ocalan e i deputati del Dem erano arrivati dopo che in autunno il partito di estrema destra nazionalista Mhp, alleato del presidente Erdogan in Parlamento - storicamente lontano dalla causa curda - aveva invitato il leader curdo a dichiarare lo scioglimento del gruppo in cambio di concessioni sul suo regime carcerario di isolamento. L’appello del Mhp era stato accolto sia da Erdogan che dalla maggior parte delle forze politiche in Turchia.

L'Akp, partito di Erdogan, ha definito una "svolta" la decisione del Pkk sullo scioglimento e la fine della lotta armata.

"La concreta messa in pratica della decisione sulla 'dissoluzione' e sull'abbandono della lotta armata, che porterà alla chiusura di tutti i rami e le estensioni del Pkk e delle sue strutture illegali, sarà un punto di svolta. Questo processo sarà monitorato sul campo, in modo meticoloso, dalle nostre istituzioni statali. Il nostro presidente presenterà le fasi che verranno raggiunte", ha affermato il portavoce dell’Akp, Omer Celilk.

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