Tre pilastri e due sfide per la Germania di Merz

La visione di politica estera di Merz si regge su tre pilastri fondamentali

Tre pilastri e due sfide per la Germania di Merz
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Il possibile approdo di Friedrich Merz alla cancelleria tedesca rappresenta un interessante caso di sintesi tra la Germania di ieri e quella di oggi. Quasi la chiusura di un cerchio che parte dagli anni Novanta all'indomani della caduta del Muro, oltrepassa d'un colpo tutti i cambiamenti intervenuti nell'era Merkel, e si conclude nella Germania inquieta di oggi, a oltre trentatré anni dalla riunificazione. Insieme, tradizione e contemporaneità della politica tedesca.

Formatosi nella Cdu di Helmut Kohl degli anni Novanta, Merz incarna oggi una visione conservatrice che sembra meglio interpretare l'attuale Zeitgeist tedesco, più introspettivo e cauto rispetto al passato. Con la Cdu che guida i sondaggi attorno al 30%, la sua candidatura merita un'analisi approfondita, soprattutto per quel che un suo governo potrebbe significare nella politica europea ed estera. E dunque anche per noi.

La visione di politica estera di Merz si regge su tre pilastri fondamentali. Il primo è un deciso europeismo, eredità dell'era Kohl e della sua esperienza nel Parlamento europeo, dove ha contribuito a plasmare il mercato unico. La sua proposta di un riavvicinamento con Francia e Polonia dopo le frizioni con Olaf Scholz e il sostegno a un maggiore interventismo europeo in Ucraina (Trump permettendo) testimoniano questa vocazione.

Il secondo pilastro è un atlantismo di stampo liberista, frutto anche della sua esperienza professionale in Blackrock e nell'Atlantik-Brücke, influente associazione tedesca che promuove le relazioni transatlantiche tra Germania e Stati Uniti. Un approccio tuttavia temperato da realismo, che riconosce il tramonto dell'era della leadership americana incontrastata. Il terzo elemento, forse il più controverso, è un pragmatismo nazionale che si manifesta in posizioni talvolta rigide su temi come immigrazione e finanze europee: una sorta di «Germany first» seppure in chiave moderata.

La sfida principale per una potenziale cancelleria Merz sarà gestire le tensioni tra questi tre orientamenti. Se europeismo e atlantismo potevano facilmente coesistere nell'era Kohl, oggi la situazione è più articolata, a cominciare da quella politica interna. La probabile necessità di formare una coalizione con Spd e/o Verdi aggiunge un ulteriore livello di complessità.

Il contesto internazionale rende questa sfida ancora più urgente. Il vecchio modello tedesco basato su energia russa, commercio cinese e sicurezza americana non è più sostenibile. La Germania deve reinventare il proprio ruolo internazionale, e Merz dovrà decidere se utilizzare l'Europa come veicolo per questo cambiamento o considerarla un ostacolo.

La sua leadership potrebbe segnare un ritorno della Germania come forza trainante in Europa, ma con un approccio più cauto e pragmatico rispetto al passato.

Il successo dipenderà dalla sua capacità di bilanciare le diverse anime della sua visione politica e di costruire una coalizione sufficientemente coesa per affrontare le sfide del presente. La seconda sfida, sondaggi alla mano, appare la più ardua.

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