
Pragmatismo tattico, uso massiccio di droni e una visione offensiva modellata sull’esperienza nel Donbass. Questo il futuro dell'esercito russo. Nel settembre 2023, durante un’intervista rilasciata alla televisione di Stato russa e registrata tra i boschi del Donbass, Andrei Mordvichev parlava con tono deciso e visione strategica. In uniforme da combattimento, affermava: "L’Ucraina è solo una tappa intermedia. Quanto durerà il conflitto? Non fisso date. Ma se si guarda all’Europa orientale – ed è lì che va concentrata l’attenzione – servirà più tempo. La NATO? Sarà meno resistente degli ucraini: questi ultimi hanno un’impostazione slava e una formazione figlia della tradizione sovietica".
Chi è il generale Mordichev
Originario della regione di Pavlodar in Kazakista, pochi giorni fa, a soli 49 anni, è stato nominato capo di stato maggiore: un incarico che lo investe della responsabilità di rifondare l’intero esercito russo. Sostituisce il generale Oleg Salyukov, che giovedì è stato promosso al posto di vicesegretario del Consiglio di sicurezza russo. Il rimpasto avviene nel contesto di un più ampio riassetto della leadership militare russa durante la guerra in Ucraina. Fino a quel momento, Mordvichev era a capo delle operazioni militari in Ucraina.
Tre anni prima, le autorità di Kiev ne avevano annunciato la morte, una notizia rivelatasi falsa ma ripresa da media internazionali. Oggi, il Cremlino gli chiede di trasformare radicalmente le forze armate: dovrà far tesoro dell’esperienza maturata in battaglia, innovare la dottrina operativa e ricostruire un’etica del successo militare. Il paragone più ricorrente è con Georgij Žukov, il generale che guidò l’Armata Rossa fino a Berlino nel 1945. L’innovazione tattica, per il nuovo capo dell’esercito, è l’unica costante della guerra moderna.
La svolta a Mariupol
Prima di assumere il comando del Distretto Militare Centrale nel 2023, Mordvichev ha prestato servizio in Siria e in altre zone di conflitto. Ma il cammino di Mordvichev si è affermato sin dalla sanguinosa offensiva di Mariupol, nella primavera 2022. Le valutazioni degli analisti indicavano un numero insufficiente di truppe per prendere la città, difesa da una guarnigione determinata. Secondo la teoria militare, sarebbero serviti almeno cinque assalitori per ogni difensore; invece, il rapporto era inferiore a due a uno.
La sua strategia: dividere il tessuto urbano in settori isolati con i carri armati, demolirli con artiglieria e razzi, e infine inviare forze speciali cecene per eliminare le sacche di resistenza, una zona alla volta. Anche i combattenti asserragliati nell’acciaieria Azovstal alla fine si arresero. Per l’Ucraina, si trattò di un massacro: si parla di 25.000 civili uccisi e numerosi crimini di guerra, incluso il bombardamento del teatro dove si rifugiavano i civili. Per Mosca, fu una delle poche vittorie significative in una fase dominata dalle sconfitte.
Le prime fasi dell’invasione – da Kiev a Kharkiv, passando per Sumy – si risolsero in pesanti perdite per le truppe russe, che vennero rimpiazzate da volontari spesso anziani e scarsamente addestrati. I droni ucraini sorvegliavano il terreno e colpivano sistematicamente. Così, la guerra lampo si trasformò in un lungo e usurante confronto di trincea. Nella primavera 2023, Mordvichev assunse il comando del Distretto militare centrale e delle brigate operative nel Donbass. Di fronte al nuovo contesto, riscrisse le regole d’ingaggio. Riconobbe la rivoluzione tecnologica portata dai droni, affrontò il problema della bassa qualità delle nuove reclute, e integrò l’uso delle bombe plananti fornite all’aviazione.
Eroe della Federazione Russa
In pochi mesi ha sviluppato un nuovo metodo offensivo: un’avanzata lenta ma continua, che sfrutta infiltrazioni di piccoli gruppi nei punti deboli del fronte, l’uso chirurgico di bombe sganciate dai caccia Sukhoi e il soffocamento delle linee logistiche nemiche con sciami di droni e tiri d’artiglieria. Una tattica che ha permesso alla Russia di tornare a guadagnare terreno in maniera sistematica.
Il punto di svolta si verificò nell’ottobre 2023, con l’assalto ad Avdiivka, una roccaforte ucraina altamente fortificata. Evitando l’uso dei tank in campo aperto, Mordvichev applicò il suo schema tattico. L’Ucraina schierò lì le sue migliori unità, ma fu costretta a una rovinosa ritirata a metà febbraio. Da quel momento, le truppe russe non si sono più fermate.
Il presidente Putin lo ha decorato con il titolo di “Eroe della Federazione Russa”, rendendogli omaggio come simbolo della ritrovata capacità offensiva. La sua strategia è divenuta modello operativo per l’intera campagna nel Donbass, dove vengono testate soluzioni inedite – e in apparenza eccentriche – come le incursioni a bordo di motociclette o monopattini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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