
Grande vittoria per Donald Trump sullo ius soli. La Corte Suprema ha limitato il potere dei giudici dei tribunali inferiori di sospendere le decisioni del presidente statunitense che, nel primo mese del suo ritorno al potere, ha annullato il diritto di cittadinanza per chi nasce nel Paese. La Corte ha stabilito che i giudici federali non hanno il potere di bloccare a livello nazionale i provvedimenti esecutivi della Casa Bianca.
La Corte Suprema ha votato 6 contro 3, con i conservatori in maggioranza e i progressisti in dissenso. "Alcuni sostengono che l'ingiunzione universale fornisca alla magistratura un potente strumento per controllare il potere esecutivo. ma i tribunale federali non esercitano una supervisione generale sul potere esecutivo; risolvono casi e controversie in conformità con l'autorità del Congresso ha loro conferito” la sottolineatura della giudice Amy Comey Barrett a nome della maggioranza: “Quando un tribunale conclude che il potere esecutivo ha agito illecitamente, la risposta non è che il tribunale debba a sua volta eccedere i suoi”.
La collega liberale Sonia Sotomayor ha invece evidenziato che “lo stato di diritto non è scontato in questo paese, né in altri”: “Un precetto della nostra democrazia che durerà solo se coloro che, in ogni ambito, saranno abbastanza coraggiosi, lotteranno per la sua sopravvivenza. Oggi la corte abdica al suo ruolo vitale in questo sforzo". "Nessun diritto è sicuro nel nuovo regime giuridico creato dalla Corte" ha aggiunto la giudice liberal: "Oggi la minaccia è per la cittadinanza per diritto alla nascita. Domani un'amministrazione diversa potrebbe tentare di sequestrare armi da fuoco a cittadini rispettosi della legge o impedire ai fedeli di diverse religioni di riunirsi a pregare"
La sentenza della Corte Suprema non entra nel merito della costituzionalità dello ius soli, ma si limita a esprimersi sul potere dei tribunali che hanno bloccato il divieto firmato da Trump. Si tratta di una decisione destinata a creare dibattito, considerando la sua portata più ampia rispetto allo ius soli, poiché amplia di fatto il potere esecutivo. Emesso il primo giorno del suo mandato a gennaio, l'ordine esecutivo di Trump è stato immediatamente contestato e tutti i tribunali che si sono pronunciati sulla proposta finora l'hanno bloccato. Alla Corte Suprema erano in discussione casi presentati in Maryland, Massachusetts e nello Stato di Washington.
"Vittoria enorme alla Corte Suprema!" la soddisfazione di Trump in un post su Truth: "Persino la bufala del diritto di cittadinanza per nascita è stata, indirettamente, colpita. Congratulazioni al Procuratore Generale Pam Bondi, al Procuratore Generale John Sauer e a tutto il Dipartimento di Giustizia". Ora The Donald è pronto a rilanciare diverse iniziative precedentemente bloccate dai tribunali. "Grazie a questa decisione possiamo ora presentare immediatamente richiesta per procedere con politiche che erano state oggetto di ingiunzioni a livello nazionale", le sue parole. Tra queste, Trump ha indicato come prioritaria "la fine della cittadinanza per nascita, che ora torna in primo piano". Il presidente ha inoltre ribadito che intende portare avanti anche "l'eliminazione dei finanziamenti alle città santuario, la sospensione del reinsediamento dei rifugiati, il congelamento dei finanziamenti non necessari e l'interruzione dell'uso del denaro dei contribuenti federali per pagare interventi chirurgici per persone transgender", oltre a "numerose altre" misure.
Esulta anche la procuratrice generale degli Stati Uniti Pam Bondi: "Oggi la Corte Suprema ha ordinato ai tribunali distrettuali di fermare il continuo bombardamento di ingiunzioni nazionali contro il presidente Trump. Questo risultato è frutto del lavoro instancabile dei nostri eccellenti avvocati del Dipartimento di Giustizia e del nostro Solicitor General John Sauer" le sue parole su X. Bondi ha aggiunto che il Dipartimento "continuerà a difendere con zelo le politiche del presidente e la sua autorità nel metterle in atto".
I democratici hanno intenzione di continuare a combattere. "La lotta non è assolutamente finita, e noi continueremo a lavorare per assicurare che questo ordine esecutivo illegale e anti-democratico non venga mai applicato" le parole di procuratore generale della California, uno degli stati a guida dem. Nel suo intervento, Bonta ha evidenziato che la sentenza della Corte Suprema indica che l'ordine esecutivo non entrerà in vigore prima di 30 giorni, affermando che questo periodo permetterà di organizzare una nuova risposta.
Anche il procuratore generale del New Jersey, Matthew Platkin, si è detto "fiducioso del fatto che questo ordine evidentemente incostituzionale rimanga bloccato dai tribunali: intanto la nostra lotta continua, continueremo a sfidare questo ordine illegale di Trump, che toglie a bambini americani la cittadinanza per la prima volta dai tempi della Guerra Civile".