"Dazi del 50% per i processi a Bolsonaro". Affondo di Trump contro il Brasile di Lula

Il presidente giustifica i super-dazi con la repressione contro Bolsonaro e gli attacchi alla libertà di parola. Nel mirino anche la Corte Suprema brasiliana e le piattaforme social

"Dazi del 50% per i processi a Bolsonaro". Affondo di Trump contro il Brasile di Lula
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Articolo in aggiornamento

Donald Trump ha motivato l’imposizione di dazi al 50% contro il Brasile con due ragioni principali. La prima riguarda, a suo dire, il trattamento riservato all’ex presidente Jair Bolsonaro, definito da Trump "un leader altamente rispettato a livello globale durante il suo primo mandato". La seconda, più ampia, punta il dito contro quelli che ha chiamato “attacchi insidiosi del Brasile alle libere elezioni e ai diritti fondamentali americani, come la libertà di espressione”.

Nel mirino dell’ex presidente USA anche il sistema giudiziario brasiliano: ha denunciato "centinaia di ordini segreti e illegali emessi dalla Corte Suprema brasiliana contro le piattaforme social statunitensi". Trump ha quindi definito la vicenda giudiziaria che coinvolge Bolsonaro “una vergogna internazionale”, aggiungendo che “quel processo non dovrebbe neppure avere luogo. È una caccia alle streghe che deve finire immediatamente”.

Il presidente brasiliano Luiz Inácio Lula da Silva ha convocato una riunione di emergenza in risposta all’annuncio. Alla riunione partecipano il ministro delle Finanze Fernando Haddad, il ministro degli Esteri Mauro Vieira e il vicepresidente Geraldo Alckmin, che è anche titolare del dicastero dello Sviluppo, Industria, Commercio e Servizi. Poche ore prima, intervistato da CNN Brasil, Alckmin aveva criticato duramente la decisione di Washington, definendola “ingiusta” e “dannosa anche per l’economia statunitense”, sottolineando che “non c’è alcuna ragione per aumentare i dazi nei confronti del Brasile, che non rappresenta un problema per gli Stati Uniti”.

La reazione del governo di Brasilia arriva dopo la pubblicazione, sul social network Truth Social, di una lettera firmata da Trump e indirizzata a Lula. Nella comunicazione, il presidente americano annuncia ufficialmente l’entrata in vigore delle nuove tariffe doganali a partire dal 1° agosto. Immediato anche l’effetto sui mercati: nel giro di poche ore, il dollaro si è rafforzato sul real brasiliano di oltre il 2,3%.

A livello diplomatico, il Ministero degli Affari Esteri ha convocato l’Incaricato d’Affari statunitense in Brasile, Gabriel Escobar, per chiedere chiarimenti formali in merito alle dichiarazioni rilasciate da Trump, il quale ha legato direttamente la misura commerciale al trattamento giudiziario riservato all’ex presidente Bolsonaro. Secondo Trump, infatti, Bolsonaro sarebbe stato vittima di “una vergogna internazionale”, con un processo che “non dovrebbe nemmeno svolgersi”, definito senza mezzi termini “una caccia alle streghe che deve finire immediatamente”.

Il tycoon ha inoltre accusato la Corte Suprema brasiliana di aver emesso “centinaia di

ordini segreti e illegali” contro le piattaforme social statunitensi, atti che, a suo dire, rappresenterebbero un attacco diretto ai diritti fondamentali americani, in particolare alla libertà di espressione.

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