Politica estera

Trump incriminato: "Sono dei mostri". Ma per le nuove accuse rischia grosso

Il tycoon il 21 presenterà "un ampio dossier sulle frodi in Georgia". Il 23 forse sarà al primo dibattito tv tra i candidati repubblicani

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Quelli che mi accusano sono solo «mostri controllati e coordinati dal dipartimento di Giustizia e dai pazzi della sinistra radicale, che stanno criminalizzando il discorso politico». All’indomani della quarta incriminazione nell’inchiesta sugli sforzi per sovvertire il voto in Georgia, Donald Trump affila le unghie in visto della scadenza del 25 agosto, data entro la quale di dovrebbe presentare al carcere della contea di Fulton, come ha stabilito la procuratrice Fami Willis.

Ma non è ancora chiaro quando questo avverrà: lunedì 21 agosto (mentre Joe Biden e la first lady Jill voleranno alle Hawaii per toccare con mano i danni causati dagli incendi a Maui) terrà una conferenza stampa nella sua residenza di Bedminster, in New Jersey, per presentare un «ampio, complesso e dettagliato rapporto sulle frodi elettorali in Georgia», pur se la stragrande maggioranza dei ricorsi giudiziari da lui promossi furono respinti. Due giorni dopo, il 23 agosto, è poi in programma il primo dibattito televisivo tra i candidati alle primarie repubblicane organizzato da Fox News a Milwaukee, Wisconsin. Visti gli ultimi sviluppi The Donald potrebbe presentarsi per cavalcare l’onda della «caccia alle streghe», sebbene in questo caso il peso delle accuse appaia ben più imponente rispetto agli altri procedimenti che lo vedono imputato. L’ultima tegola giudiziaria è piovuta sul capo dell’ex presidente dalla giuria della contea di Fulton, che ha approvato le accuse mosse dalla procuratrice distrettuale democratica Willis.

Decisione giunta dopo aver raccolto le testimonianze di personaggi chiave che avrebbero fornito elementi inconfutabili a carico del tycoon, tra i quali il repubblicano Geoff Duncan, l’ex vicegovernatore della Georgia, che da sostenitore di Trump ne è divenuto uno dei più accesi nemici.

Trump è stato incriminato per aver tentato di sovvertire in vari modi l’esito del voto nello stato insieme ad altri 18 co-imputati, tra cui il suo ex avvocato personale Rudy Giuliani, l’ex capo di gabinetto Marc Meadows, nonché i legali Kenneth Chesebro e John Eastman. Le accuse, formulate in 41 capi di imputazione (di cui 13 rivolti singolarmente a Trump), ruotano intorno alla legge anti-racket, quella usata contro le associazioni criminali, anche di stampo mafioso, per condannare esecutori e mandanti. Tra i reati la cospirazione per influenzare un pubblico ufficio e commettere una serie di falsi, o l’aver spinto un pubblico ufficiale a violare il suo giuramento di fedeltà: si tratta della telefonata fatta dal tycoon all’allora segretario di stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger, per chiedergli di trovare 11.780 voti necessari a superare Biden.

The Donald ha affermato che «tutti questi processi e casi fasulli dovrebbero essere rimandati a dopo le elezioni del 2024».

«Quello che hanno fatto è già interferenza elettorale ha aggiunto - ma se i processi si svolgessero prima delle presidenziali, sarebbe interferenza su una scala mai vista prima nel nostro Paese».

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