Piani di attacco Usa contro i cartelli della droga: il Venezuela dichiara lo stato d'emergenza

Entro le prossime settimane l'amministrazione Usa potrebbe lanciare raid contro obiettivi legati ai narcotrafficanti nel Paese sudamericano. Prende quota l'ipotesi di un cambio di regime

Piani di attacco Usa contro i cartelli della droga: il Venezuela dichiara lo stato d'emergenza
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Accelera la guerra al narcotraffico proclamata da Donald Trump sin dal suo ritorno alla Casa Bianca. Dopo aver rafforzato la presenza militare nell'area dei Caraibi, funzionari militari statunitensi preparano piani di attacco contro i cartelli della droga in Venezuela che potrebbero ricevere il via libera nelle prossime settimane. A riferirlo all'emittente Nbc News quattro fonti, due delle quali Usa, a conoscenza della pianificazione e delle discussioni in corso.

La possibile escalation di Washington in Venezuela arriva dopo i raid degli States contro almeno tre imbarcazioni provenienti dal Paese sudamericano che, come indicato da The Donald, trasportavano presumibilmente narcotrafficanti e droga pericolosa per i cittadini americani. L'amministrazione repubblicana non ha presentato prove della presenza di droga sulle imbarcazioni ma un funzionario della Repubblica Dominicana e un funzionario dell'ambasciata locale degli Stati Uniti hanno reso noto che sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti in acqua a seguito di un attacco.

Al momento Trump non avrebbe ancora approvato i piani militari che si configurerebbero come attacchi con droni contro i membri e i leader delle organizzazioni di narcotrafficanti e i loro laboratori. Le fonti consultate da Nbc News hanno dichiarato che i recenti raid americani sono in parte dovuti al fatto che il presidente venezuelano Nicolás Maduro non starebbe facendo abbastanza per bloccare il flusso di droga illegale che ha origine nel suo Paese.

"Vedremo cosa succede. Il Venezuela ci sta inviando membri delle sue gang, i suoi spacciatori e la droga. Non è accettabile", ha affermato Trump di recente mentre il dipartimento della Difesa non ha rilasciato dichiarazioni dopo la pubblicazione delle nuove indiscrezioni sulla campagna internazionale antidroga del tycoon. Nonostante la prova muscolare esibita dagli Stati Uniti, un funzionario americano ha ammesso la delusione della Casa Bianca per il mancato indebolimento di Maduro e per l'assenza di "risposte significative". I blitz contro le imbarcazioni avrebbero inoltre prodotto "più resistenze di quanto previsto" costringendo l'amministrazione Usa a valutare "attentamente" le prossime mosse.

Mentre Trump e la sua cerchia studiano i piani di attacco, in parallelo una linea di dialogo tra Washington e Caracas sarebbe stata stabilita con l'intermediazione di leader mediorientali alleati di Washington. Una soluzione diplomatica alla crisi non sembra però al momento probabile. Nel Mar dei Caraibi stazionano almeno otto navi militari americane e caccia F-35 sono stati inviati a Puerto Rico. Un dispiegamento di forze che lascia intendere come l'amministrazione Usa non stia escludendo l'ipotesi di un cambio di regime in Venezuela.

Proprio per fare fronte a tale scenario, il governo di Maduro ha proclamato poco fa lo stato di emergenza in tutto il Paese.

La notizia è stata confermata in una riunione con diplomatici stranieri dalla vicepresidente Delcy Rodriguez che ha precisato che il decreto conferisce al presidente "poteri speciali" per agire in materia di difesa e sicurezza di fronte alla minacce esterne.

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