da Roma
«So bene che domani qualcuno potrà lamentarsi e dire: ecco il solito partito delle tasse. Ma la politica è fatta di scelte, e io credo che gli italiani capiranno». Enrico Morando, senatore dei Ds e relatore di minoranza sulla legge finanziaria, conferma che lemendamento sullabolizione del secondo modulo di riforma fiscale è uno fra i più qualificanti dei tanti presentati dal centrosinistra. E rivela di averne discusso sia con i sindacati che con la Confindustria, riscontrando aperture interessanti.
Senatore Morando, ma davvero volete abolire il taglio delle tasse sui redditi medio-alti, approvato con la scorsa finanziaria?
«Sì, è una delle proposte qualificanti del centrosinistra, e credo che sarà firmata da tutti i gruppi. Vede, con laiuto di alcuni istituti di ricerca economica abbiamo fatto una valutazione dellefficacia del taglio fiscale sulla domanda interna; ed abbiamo concluso, concordi, che si è trattato di una efficacia limitata, modesta. Perciò abbiamo deciso di assumere un orientamento fermo, e di grande rilievo, sulla questione: proponiamo perciò di passare da un taglio del cuneo fiscale dell1%, quello proposto dal governo, al 3%. Il governo prevede una spesa di 1,9 miliardi, noi pensiamo a una spesa da 5,7 miliardi di euro (1,9 più 3,8 miliardi), da finanziare ricorrendo ai 6 miliardi annullati con il ritiro del secondo modulo di riforma fiscale. Credo che tutti i capigruppo di maggioranza formeranno questa proposta, anche sulla base della scarsa efficacia ottenuta dal taglio fiscale».
Un forte sgravio alle imprese, ma ottenuto con le tasse di chi lavora...
«Non è così. La riduzione del costo del lavoro alle imprese è pari a 1,5 punti (più o meno tre miliardi), mentre laltro punto e mezzo va a favore dei lavoratori in termini di un taglio degli oneri impropri che gravano sulle loro buste paga. In questo modo, acceleriamo il recupero di competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, ma diamo anche una risposta alla questione salariale, che in Italia è molto seria».
Non teme, senatore, ripercussioni elettorali negative per una simile scelta?
«Non vogliamo punire i redditi medio-alti, però la politica economica è fatta di scelte. Certo, qualcuno domani dirà "ecco gli uomini delle tasse", ma la nostra è una scelta motivata e gli italiani capiranno. Ne abbiamo già discusso con i sindacati e i datori di lavoro. I sindacati sono tutti favorevoli.
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