Politica internazionale

"Di 94mila sbarcati, solo 38 in Francia". Meloni contro i ricollocamenti

Nelle repliche in parlamento, Giorgia Meloni ha messo il focus sulla reazione della Francia per lo sbarco di una nave Ong e sull'insostenibilità dei trattati di Dublino

"Di 94mila sbarcati, solo 38 in Francia". Meloni contro i ricollocamenti

Nelle repliche alla Camera, Giorgia Meloni è tornata sul tema dei migranti, già al centro delle sue comunicazioni durante la mattinata. Il presidente del Consiglio ha ricordato che "su 94mila sbarcati" in Italia nel 2022, "i migranti ricollocati sono 38 in Francia e 57 in Germania". Numeri oggettivamente risibili, che dovrebbero essere la leva per spingere l'Italia a spalancare i suoi porti. Giorgia Meloni ha sottolineato che meno di 100 collocamenti di 94mila arrivi in un anno vorrebbero essere la risposta europea "in cambio che l'Italia sia unico porto di sbarco in Europa".

Una risposta inaccettabile per l'Italia, che deve tornare a essere considerata al pari degli altri Paesi dell'Unione. "Credo che in Europa debbano valere gli stessi diritti e doveri di tutti, ritengo che la soluzione che può mettere tutti d'accordo è fermare le partenze e difendere i confini europei", ha aggiunto Giorgia Meloni. Ed è proprio a fronte delle pretese che arrivano dalla Germania, ma soprattutto dalla Francia, che Giorgia Meloni si è rivolta all'opposizione, facendo notare le stranezze di quanto accaduto alcune settimane fa: "Colleghi della sinistra, non vi ha colpito la reazione francese di fronte alla prima nave Ong che sbarcava migranti in Francia, non vi è sembrata strana? L'Italia è tenuta a fare quello che gli altri non sono disposti a fare".

Un atteggiamento che non può e non dev'essere più sopportato, perché, a prescindere dal tema dei migranti, "in Europa devono valere gli stessi diritti e doveri per tutti". Si tratta, ha sottolineato Meloni, "di riconoscere che tutti quanti devono essere messi nelle stesse condizioni". Ed è proprio davanti a queste considerazioni, che Giorgia Meloni ha sottolineato come il trattato di Dublino non sia la risposta a un problema che è cambiato nel corso degli anni. Per questo motivo, ha spiegato il premier, i ricollocamenti "li considero non una soluzione, per varie ragioni, innanzi tutto per banale carattere matematico, tutti sappiamo che il decreto di Dublino non riguarda i migranti economici, e chi può ottenere la protezione speciale, riguarda meno del 30% di chi è sbarcato da noi".

Quindi, il presidente del Consiglio ha evidenziato come "la Polonia da sola dà accoglienza a un milione di profughi ucraini, la Repubblica Ceca a 500mila". Poi c'è l'Italia, con 94mila persone accolte nel 2022, delle quali solo il 30% ha diritto di assistenza.

"Siete sicuri che questa sia la soluzione per l'Italia? Dobbiamo distinguere tra profughi e migranti illegali, altrimenti si rischia di penalizzare chi ha più bisogno", ha concluso.

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