Migranti, Cina e sviluppo sostenibile: ecco il piano del G7

C'è soddisfazione da parte dei leader mondiali per la scelta, innovativa, di Giorgia Meloni di portare al G7 il tema del governo dei flussi migratori irregolari

Migranti, Cina e sviluppo sostenibile: ecco il piano del G7
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Giorgia Meloni sta facendo con successo gli onori di casa al G7 di Brindisi. Tanti i temi sul tavolo di questa due giorni operativa che, alla fine, ha visto i leader adottare la risoluzione finale, un documento di 36 pagine sottoscritto da tutti i Sette. Cina, migranti e sviluppo sono i temi sui quali i leader si sono confrontati nella seconda giornata e che sono presenti nel documento.

Le direttrici operative sui migranti

Meloni ha ricevuto anche i complimenti da parte dei leader per la decisione di inserire il tema dei migranti nel summit. "I Leader hanno espresso apprezzamento unanime per la scelta della Presidenza italiana di introdurre, per la prima volta, il governo dei flussi migratori nei lavori del Gruppo dei Sette", si apprende da fonti italiane a summit in corso. "Per l'Italia è necessario che il G7 si faccia portavoce a livello internazionale di una strategia nuova che si sviluppa su diverse direttrici, a partire dalla lotta ai trafficanti di esseri umani", riferiscono le stesse fonti.

Il traffico di esseri umani, viene sottolineato, rappresenta "una nuova forma di schiavitù". Una delle direttrici che è stata toccata è quella delle cause della migrazione, perché è solo agendo alla base che si può contrastare efficacemente il fenomeno, togliendo materia prima ai trafficanti. "Occorre concentrare gli sforzi per garantire il primo dei diritti, il diritto a non dover migrare, ovvero a non essere costretti a lasciare la propria casa, potendo trovare nella propria terra le condizioni per la propria realizzazione", viene spiegato. Ma quest'obiettivo, ovviamente, "presuppone la necessità di costruire un modello di cooperazione con le Nazioni di origine e transito dei flussi migratori, affinché queste Nazioni possano crescere e prosperare con le risorse che possiedono".

Piano Mattei

Questi sono i pilastri sui quali si sta sviluppando in tutte le sue articolazioni il Piano Mattei, che trova complementarità "con il Global Gateway dell'Ue, e la Partnership for Global Infrastructure and Investment, sia le ulteriori iniziative in ambito G7". L'altra direttrice sulla quale si orienta l'opera italiana è quella che si concentra sul ripristino della "legalità nel governo dei flussi migratori, anche continuando a cercare altre soluzioni, come quella contenuta nel Protocollo Italia-Albania". L'impegno con i Paesi dell'Africa dovrà avvenire "in uno spirito di partnership strategica ed equa. Mentre lavorano per raggiungere uno sviluppo sostenibile e una crescita industriale per i loro popoli, rafforziamo i nostri sforzi rispettivi per investire in infrastrutture sostenibili, anche con la Partnership for Global Infrastructure and Investment (Gpii), e lanciamo l'iniziativa Energy for Growth in Africa, insieme con diversi partner africani".

Tutto questo è stato riassunto nel documento finale redatto dagli sherpa delle delegazioni, condiviso da tutti i Sette, che affermano l'impegno "collettivo ad affrontare la migrazione come fenomeno globale, affrontando le sfide che presenta e cogliendo le opportunità che porta a livello globale, attraverso un approccio integrato, completo ed equilibrato, in linea con il diritto internazionale". Un patto collettivo che pone le basi sia a livello europeo, con l'impegno condiviso da Francia e Germania, che mondiale, per una strategia unitaria di contrasto. "Riconosciamo", prosegue il documento, "che lo sviluppo di soluzioni sostenibili e inclusive per gestire efficacemente la migrazione a beneficio di tutti richiede azioni collettive condotte in uno spirito di impegno e responsabilità comune".

È stato rimarcato l'impegno a una intensificazione degli sforzi "per prevenire e affrontare la migrazione irregolare, contrastare le attività illegali che la facilitano e affrontare le sfide che essa pone agli individui e alle società". Ma, soprattutto, si legge in un paragrafo: "Affermiamo il diritto sovrano degli Stati di controllare i propri confini e la loro prerogativa di governare la migrazione all'interno della propria giurisdizione, in conformità con il diritto internazionale". Un elemento chiave, che pone ogni Stato nella condizione di preservare i propri bordi, al di là di recriminazioni e richieste pretestuose da parte di terzi. L'impegno assunto dal Sette si snoda anche sul piano della prevenzione e, a tal fine, si spiega, "stiamo lanciando una Coalizione del G7 per prevenire e contrastare il traffico di migranti".

Quindi, aggiungono le delegazioni, "incoraggeremo i progressi verso scambi di dati migliori e affidabili, fondamentali per azioni di contrasto congiunte basate su prove contro le reti di contrabbando e tratta". E, sottolineano "utilizzeremo un approccio 'follow the money' per identificare, indagare e contrastare efficacemente la criminalità organizzata, affrontando gli aspetti finanziari, compresa una maggiore cooperazione sulla confisca dei beni".

La Cina

Sulla Cina, i leader del mondo hanno espresso massima preoccupazione "per la situazione dei diritti umani in Cina, in particolare nel Tibet e nello Xinjiang, e per la repressione dell'autonomia, delle istituzioni indipendenti e della società civile a Hong Kong, anche attraverso la recente entrata in vigore dell'Articolo 23 della Legge fondamentale". La Cina viene invitata dai leader a non condurre attività tese a "minacciare la sicurezza delle nostre comunità e l'integrità delle nostre istituzioni democratiche" e, quindi, "ad agire in stretto accordo con i propri obblighi stabiliti dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni diplomatiche e dalla Convenzione di Vienna sulle relazioni consolari". Hanno anche ribadito che "mantenere pace e stabilità nello Stretto di Taiwan è indispensabile per la sicurezza e la prosperità internazionale". Viene anche sottolineato che "non c'è alcun cambiamento nelle posizioni di base dei membri del G7 su Taiwan, comprese le politiche dichiarate di 'un'unica Cina'. Chiediamo una risoluzione pacifica delle questioni".

Nelle conclusioni i leader hanno voluto sottolineare che si impegnano a cercare "relazioni costruttive e stabili con la Cina e riconosciamo l'importanza di un impegno diretto e sincero per manifestare le preoccupazioni e gestire le differenze. Agiamo nel nostro interesse nazionale". Evidenziano anche che "alla luce del ruolo della Cina nella comunità internazionale, la cooperazione sia necessaria per affrontare le sfide globali".

E allora i leader hanno messo per iscritto: "Invitiamo la Cina a intensificare gli sforzi per promuovere la pace e la sicurezza a livello internazionale e a collaborare con noi per affrontare le crisi del clima, della biodiversità e dell'inquinamento, per combattere il traffico illecito di droghe sintetiche, garantire la stabilità macroeconomica globale, sostenere la sicurezza sanitaria globale e affrontare la sostenibilità del debito e le esigenze di finanziamento dei Paesi vulnerabili".

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