“Colpito dalla visione”. Netanyahu promuove Meloni

Il premier israeliano ha espresso la volontà di intensificare gli scambi commerciali con l'Italia, a partire dalla vendita di gas naturale e dalla cooperazione nei settori strategici

“Colpito dalla visione”. Netanyahu promuove Meloni

La visita di Benjamin Netanyahu è arrivata in una fase molto delicata sia per il premier israeliano che per il suo Paese. In patria, il capo dell'esecutivo dello Stato ebraico ha lasciato una situazione molto tesa, con manifestanti attualmente ancora in piazza in tutte le principali città contro la "sua" riforma della giustizia. Non solo, ma nelle scorse ore un attentatore ha aperto il fuoco a Tel Aviv ferendo tre passanti in quello che è stato catalogato come un nuovo attacco terroristico in territorio israeliano.

Il suo arrivo a Roma però non poteva essere rimandato. E non solo per questioni di agenda, ma anche per motivi prettamente politici. Il primo ministro israeliano ci teneva a incontrare Giorgia Meloni a Palazzo Chigi. Tra Italia e Israele ci sono in ballo infatti diverse questioni. A partire da quella economica ed energetica, lungamente discussa nel vertice delle scorse ore tenuto tra le sale della presidenza del consiglio.

Maggiore cooperazione tra Italia e Israele sul gas

Già alla vigilia dell'incontro di Roma, Netanyahu ha spiegato a Repubblica il suo principale obiettivo da raggiungere nel colloquio con la controparte italiana: sviluppare maggiormente la cooperazione economica. Un tema che lo stesso premier ha tenuto a ribadire nella conferenza stampa a Palazzo Chigi.

"Vorremmo accelerare le esportazioni di gas verso l'Europa attraverso l'Italia. Ora c'è la partecipazione dell'Eni nel nostro progetto, ma riteniamo di poterle portare ad un livello ancora superiore", ha dichiarato il capo dell'esecutivo israeliano. Il progetto in questione riguarda l'esplorazione delle immense riserve di gas naturale scoperte davanti le coste israeliane. L'Eni, così come la francese Total, ha firmato con Israele un accordo per l'esplorazione dei giacimenti condivisi con il Libano.

Netanyahu è ben consapevole della necessità attuale dell'Italia di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. Dall'inizio della guerra in Ucraina, Roma ha scelto di liberarsi del tutto dalla dipendenza dal gas russo e il premier israeliano ha espresso quindi l'intenzione di intensificare i rapporti con il nostro Paese. Sul piatto, Netanyahu ha posto il proprio appoggio al progetto del governo Meloni volto a fare dell'Italia un importante hub energetico. "L'Italia vuole essere un hub dell'energia verso l'Europa - ha dichiarato il capo dell'esecutivo israeliano - e noi la pensiamo allo stesso modo".

Quella portata avanti da Netanyahu, appare quindi una vera e propria opera di "corteggiamento". Il governo israeliano vuole vendere più gas all'Italia, promettendo un ampio sostegno su alcuni dei punti cardine della politica estera dell'attuale esecutivo italiano. Un modo per mettere in chiaro, tra le altre cose, una certa convergenza tra le due parti.

Gli investimenti di Israele su tecnologia e sanità

Il gas però non è l'unica questione realmente di peso tra Italia e Israele. La volontà di Netanyahu è quella di aumentare la cooperazione in temini economici. Anche questo un tema anticipato alla vigilia dell'arrivo del capo del governo israeliano a Roma. L'idea, da parte dello Stato ebraico, è quella di solidificare i rapporti commerciali.

"In questi giorni - si legge nelle dichiarazioni di Netanyahu - il governo italiano sta investendo 200 miliardi di euro per potenziare le infrastrutture, integrare digitalizzazione, sostenibilità ed economia circolare. Per questo motivo, le aziende israeliane hanno un'opportunità unica di essere una fonte di tecnologia e innovazione in questo processo. Allo stesso tempo, le aziende italiane sono interessate alle gare previste in Israele nei settori dell'energia, degli equipaggiamenti per la difesa e delle infrastrutture".

Non solo tecnologia, ma anche investimenti sulla sanità e sul fronte dell'emergenza idrica. Sono questi gli altri temi su cui è stato incentrato il bilaterale delle scorse ore. "Con Giorgia Meloni - ha detto Netanyahu - abbiamo parlato della collaborazione per quanto riguarda l'acqua. Israele ha risolto i problemi relativi alla siccità e saremmo felici di dare una mano all'Italia nel risolvere i problemi relativi all'acqua". Per discutere di tutti i punti trattati a Roma, il premier israeliano ha anche proposto la convocazione di un vertice intergovernativo italo-israeliano. Una riunione che dovrebbe tenersi in Israele già nei prossimi mesi.

Cosa ha colpito Netanyahu della Meloni

Il vertice sembra essere andato nella maniera auspicata sia da Netanyahu che dalla stessa Giorgia Meloni. Il presidente del Consiglio ha infatti espresso la propria soddisfazione, confermando l'appoggio a Israele indicato come "Paese amico e partner fondamentale in medio oriente". La collaborazione sui temi economici, Palazzo Chigi vorrebbe trasferirla anche in ambito politico. La stessa Meloni ha parlato della volontà italiana di favorire il dialogo con i palestinesi e il riavvicinamento, in corso da diversi anni, tra Israele e alcuni dei Paesi arabi nella regione mediorientale.

Dal canto suo, Netanyahu ha apprezzato la linea politica del presidente del consiglio. "Sono rimasto colpito dalla visione e dalla leadership del presidente del Consiglio italiano - si legge nelle dichiarazioni del premier israeliano - sono contento del fatto che l'Italia voglia portare i rapporti con Israele a un livello successivo".

Non mancano però delle incognite all'orizzonte. A partire dalla situazione interna in Israele. Le proteste in atto nel Paese hanno rischiato di condizionare anche il vertice odierno. Nei giorni scorsi, una traduttrice contattata dall'ambasciata israeliana a Roma si era rifiutata di fare da interprete. Segno di una tensione sempre più forte e di una potenziale instabilità dell'esecutivo di Netanyahu.

Non solo, ma lo stesso "Bibi", come viene spesso chiamato in patria, sempre nell'intervista a Repubblica ha rimarcato importanti divergenze con l'Italia emerse negli ultimi anni. Con riferimento soprattutto agli 89 voti contrari a Israele espressi in sede Onu dal 2015 a oggi. Circostanza che ha spinto Netanyahu alla vigilia a spronare Roma affinché possa cambiare rotta in politica estera, partendo dal riconoscimento di Gerusalemme quale capitale di Israele.

Un passo che però non sembra essere in agenda, né a Palazzo Chigi e né

alla Farnesina. Sulla cooperazione italo-israeliana quindi, gravano non poche incertezze e non pochi dubbi. Nodi importanti, su cui soltanto nei prossimi mesi si potranno vedere gli eventuali effetti del bilaterale odierno.

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