"Ci dicano cosa faranno con le Ong". Parigi prepara un nuovo scontro con l'Italia

A Bruxelles, dove si sta tenendo la riunione dei ministri dell'Interno dell'Ue, Parigi sembra non aver ancora digerito l'attrito nato dal caso Ocean Viking

"Ci dicano cosa faranno con le Ong". Parigi prepara un nuovo scontro con l'Italia

La crisi tra Italia e Francia non è del tutto rientrata. E probabilmente non rientrerà nemmeno nel consiglio europeo dei ministri dell'Interno convocato a Bruxelles per oggi. Parigi, nonostante i toni distesi successivi allo scontro diplomatico con Roma, non ha ancora digerito lo sbarco nel proprio territorio della nave Ocean Viking, motivo della discordia con Palazzo Chigi. E ora pretende chiarezza dal nostro governo.

Cosa chiede la Francia all'Italia

L'Eliseo ha interpretato l'arrivo della nave con i migranti a bordo nel porto di Tolone quasi come un affronto. Anzi, quasi come un tradimento, come trapelato dalla capitale francese. Perché il governo italiano lo scorso 8 novembre ha ufficialmente ringraziato la Francia della disponibilità ad accogliere la Ocean Viking prima del via libera della controparte transalpina.

È forse questo il vero nodo attorno cui ruota l'intera vicenda. Anche se Emmanuel Macron ha accusato in queste settimane l'Italia di “comportamenti disumani”, la questione è puramente politica: Roma ha messo in difficoltà il presidente francese sul fronte interno, esponendolo agli attacchi dell'opposizione una volta arrivata la Ocean Viking a Tolone, e in qualche modo Parigi doveva reagire.

Nel farlo però, è stata portata avanti una posizione molto estrema. Marcon si è tirato indietro sull'accordo per la redistribuzione dei migranti e ha esortato la Germania a fare altrettanto. Berlino non ha dato seguito a quella che è sembrata, per l'appunto, una reazione politicamente isterica da parte dell'Eliseo.

Poi la mediazione, i toni più distesi, la chiamata tra lo stesso Macron e il presidente Mattarella. Parigi però non vuole (o non può) del tutto tirarsi indietro dalle proprie posizioni. Si è detta pronta a collaborare ma, come sottolineato su La Stampa nelle scorse ore, i suoi rappresentanti presenti oggi a Bruxelles per il vertice dei ministri dell'Interno sono pronti ad accendere ancora la bagarre.

In particolare, l'Eliseo vorrebbe ottenere dall'Italia delle precise garanzie. La prima ovviamente riguarda i futuri sbarchi delle navi Ong: se Roma, è il ragionamento fatto da Parigi, non dovesse impegnarsi concretamente nel far sbarcare le navi cosiddette umanitarie, allora la Francia finirà per strappare nuovamente l'accordo sulla redistribuzione. Con il pretesto politico di non voler collaborare con chi non rispetta i propri di accordi.

Le posizioni in Europa

Parigi è quindi intenzionata a portare avanti questa posizione anche in virtù della linea che sta passando in queste ore nel resto d'Europa. Una linea volta a non considerare quella italiana come un'emergenza. I quasi centomila migranti sbarcati nel nostro Paese nel 2022 vengono considerati, da Austria e Germania, come secondari rispetto ai 128.000 arrivi irregolari tramite la rotta balcanica. Mentre i Paesi dell'est, Polonia e Ungheria su tutti, scalpitano per ottenere sostegno in vista del probabile esodo di ucraini dal proprio Paese in guerra e al freddo.

La Francia

quindi è, in questo contesto, quasi facilitata nel ridimensionare le pretese italiane e, al contrario, portare avanti le proprie istanze politiche e la propria ritorsione allo sgarbo che l'Eliseo ritiene di aver ricevuto.

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