Guerra in Israele

"A Gaza incubo umanitario". Guterres provoca ancora Israele

"I bisogni sono enormi, dobbiamo intervenire", ha ribadito il segretario generale dell'Onu. Nelle scorse ore aveva definito Gaza un "cimitero di bambini", facendo infuriare le autorità di Tel Aviv

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Ha chiesto - anzi ribadito - un "cessate il fuoco umanitario immediato". Il segretario generale Onu, Antonio Guterres, è tornato a parlare di Gaza puntando l'attenzione su quello che egli ha definito un "incubo umanitario senza fine". Dopo il suo discusso intervento del 24 ottobre scorso, nel quale aveva parlato del popolo palestinese "sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione", l'ex diplomatico portoghese ha nuovamente attirato l'attenzione sull'argomento, con affermazioni che certo non faranno piacere al governo di Tel Aviv in guerra contro i terroristi.

"I civili a Gaza, compresi bambini e donne, affrontano un incubo umanitario senza fine. Alcuni aiuti stanno cominciando ad arrivare ma è una goccia nell'oceano, i bisogni sono enormi. Dobbiamo intervenire", ha detto Guterres in un videomessaggio alla conferenza umanitaria a Parigi. E ancora: "Possiamo aiutare i civili a Gaza a vedere finalmente un barlume di speranza, un segno di solidarietà, adesso è il momento di azioni concrete". Così, il segretario generale Onu ha auspicato ancora una volta un "cessate il fuoco umanitario". Anche nelle scorse, il massimo rappresentante delle Nazioni Unite aveva espresso solidarietà alla Palestina, dicendo che Gaza "sta diventando un cimitero di bambini".

"Si vergogni", aveva ribattuto seccamente via social il ministro degli Esteri israeliano, Eli Cohen. Oggi la nuova bordata al governo di Tel Aviv, con una chiosa forse non sufficiente a placare le reazioni di dissenso. "Ovviamente nulla giustifica gli abominevoli atti di terrorismo compiuti da Hamas in Israele il 7 ottobre, che condanno fermamente. Israeliani e altri sono stati brutalmente uccisi o rapiti, e chiedo ancora una volta la liberazione incondizionata di tutti gli ostaggi", ha infatti sottolineato Guterres, mentre molti osservatori accusano l'Onu di non aver mai fatto abbastanza per risolvere la situazione in Medio Oriente e di piangere quindi oggi lacrime di coccodrillo.

Peraltro, a poche settimane dagli attacchi islamisti nei kibbutz, lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite aveva pronunciato considerazioni in grado di far saltare i nervi a Tel Aviv. Gli attacchi di Hamas contro Israele - aveva dichiarato - "non sono avvenuti dal nulla" e "il popolo palestinese è stato sottoposto a 56 anni di soffocante occupazione".

Viste le sue parole - aveva replicato l'ambasciatore israeliano all'Onu, Gilad Erdan - "negheremo il rilascio dei visti ai rappresentanti dell'Onu".

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