Politica internazionale

Kissinger, Trudeau e Merkel: tutti i leader ingannati dal duo russo prima della Meloni

La sinistra che oggi si accanisce contro Meloni per la telefonata del duo russo, nonostante la coerenza dimostrata dal premier, ignora le precedenti e illustri vittime di Vovan e Lexus

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Oggi la sinistra italiana ha trovato un nuovo modo per passare il tempo. Strumentalizzando la telefonata del duo russo Vovan e Lexus, che ha tratto in inganno Giorgia Meloni, sperano di indebolire in questo modo il governo che gli italiani hanno democraticamente eletto un anno fa. Seppure il presidente del Consiglio nel corso della telefonata non abbia affermato nulla di diverso rispetto a quanto dichiarato da lei e dagli altri membri del governo, ora cercano di usare lo "scherzo" per manipolare l'opinione pubblica.

La solita polemica inutile da parte della sinistra, come dimostrano i numerosi "scherzi" di questo tipo che negli ultimi anni i due hanno fatto a diversi capi di Stato e di governo, oltre a diverse personalità influenti in diversi ambiti. Prima di Giorgia Meloni, infatti, a cadere nella trappola è stata, per esempio, Angela Merkel, sempre in relazione alla guerra in Ucraina. Da esperta diplomatica ha saputo mantenere la coerenza della linea portata avanti in pubblico, al pari di Meloni, mandando a vuoto i due "burloni" russi che, secondo alcune informative, sarebbero vicini ai servizi di intelligence di Mosca.

Diverso, invece, l'esito dello "scherzo" condotto ai danni di Henry Kissinger, ex segretario di Stato Usa e storico esperto della politica estera americana. A lui è stato fatto credere di parlare con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e, convinto di questo, Kissinger ha sostenuto durante la chiamata che dopo la caduta di Berlino gli USA avevano garantito a Mosca la non espansione della NATO nei territori satellite dell'ex URSS. Ma non solo, perché l'ex segretario di Stato americano ha anche riferito al falso Zelensky di essere convinto che fosse stata l'Ucraina a sabotare il condotto del Nord Stream e ha ipotizzato che possa esserci stata la mano dei russi dietro l'uccisione di Robert Kennedy.

Che dire, poi, di Justin Trudeau, al quale il duo russo ha fatto credere di ricevere una telefonata da Greta Thunberg. Durante il colloquio, anche questo trasmesso tramite il canale Telegram dei due, il presidente canadese si è mostrato particolarmente ricettivo nei confronti della finta attivista svedese, almeno fino a quando quella che lui credeva essere Greta non gli ha suggerito di lasciare la NATO. A quel punto, Trudeau, pur non contraddicendo il suo interlocutore, si è tirato indietro ma dimostrando comunque un interesse nei confronti della Thunberg. Christine Lagarde, invece, anche lei convinta di parlare con Zelensky, espresse i suoi complimenti a Elvira Nabiullina, presidente della Banca centrale europea, per come ha gestito le sanzioni europee e ipotizzò una pressione della NATO sulla Turchia per convincere il presidente Erdogan ad aderire alle sanzioni occidentali contro la Russia.

Questi sono solo alcuni degli obiettivi del duo russo, che dallo scoppio della guerra ha cercato di far uscire allo scoperto i leader occidentali, sperando che con questo stratagemma effettuassero rivelazioni utili alla propaganda. In alcuni casi sono riusciti a ricavare qualche titolo ma, come accaduto nel caso di Giorgia Meloni, il loro tentativo è andato a vuoto.

E chiunque cerchi di strumentalizzare la telefonata fa il gioco della propaganda russa.

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