Lo scherzo (a vuoto) dei comici russi a Giorgia Meloni

Al telefono con un "impostore" russo, che si finge il presidente dell'Unione africana, la premier parla di Ucraina, Ue e migranti ribadendo posizioni già espresse più volte in pubblico

Lo scherzo (a vuoto) dei comici russi a Giorgia Meloni
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Sta destando clamore lo scherzo telefonico organizzato da un gruppo comico russo, Vovan & Lexus, ai danni di Giorgia Meloni. Nello specifico, un uomo si è finto il presidente dell'Unione africana ed è riuscito a superare i controlli della segreteria e dell'ufficio diplomatico di Palazzo Chigi per parlare direttamente con il presidente del Consiglio italiano. Ma mentre da sinistra cercano di utilizzare strumentalmente le dichiarazioni del premier, quel che si evince dalle parole di Meloni è una linea di assoluta coerenza da parte del premier italiano: al telefono con il finto esponente africano ha, infatti, ribadito quella che, fin dall'inizio del conflitto in Ucraina è la linea tenuta dall'Italia.

Il premier italiano non è certo il primo a finire nella rete dei russi, prima di Meloni, infatti, a essere stati ingannati sono stati il primo ministro spagnolo, Pedro Sanchez, il ministro degli Esteri danese, Lars Lokke Rasmussen, e l'ex segretario di Stato Usa, Henry Kissinger. Lo scorso febbraio hanno telefonato ad Angela Merkel come Petro Poroshenko. A marzo, alla direttrice della Banca centrale europea Christine Lagarde, sempre come Zelensky, e al Presidente della Fed americana, Jerome Powell. Altri obiettivi sono stati Emmanuel Macron, Andrzej Duda e Boris Johnson.

Il passaggio che viene preso di mira a sinistra è appunto quello legato alla guerra scatenata dalla Russa in Ucraina, ormai un anno e mezzo fa, nel febbraio del 2022. "Siamo vicini al momento in cui tutti capiranno che abbiamo bisogno di una via d'uscita. Il problema è trovarne una che possa essere accettabile senza distruggere il diritto internazionale", sono le parole di Meloni al telefono. Parole molto chiare, che sottolineano e ribadiscono quanto più volte affermato sulla necessità di garantire la sovranità e l'indipendenza di Kiev, schierando l'Italia, com'è noto, al fianco dell'Ucraina in questa guerra. Le riflessioni fatte dalla Meloni al telefono, in quello che risulta essere uno scherzo a vuoto e senza svelamenti di posizione, in merito al conflitto sono quelle che tutti gli analisti internazionali fanno da tempo: "La controffensiva dell'Ucraina forse non sta andando come si aspettavano. Sta procedendo, ma non ha cambiato il destino del conflitto. Quindi tutti comprendono che (il conflitto) potrebbe potrebbe durare molti anni se non proviamo a trovare delle soluzioni. Il problema è quale sia la soluzione accettabile senza aprire altri conflitti".

Chi critica la Meloni sulla base di questa chiamata lo fa principalmente sul passaggio in cui il presidente del Consiglio dichiara di vedere "molta stanchezza" da parte di tutti in relazione al sostegno a Kiev. Quale Paese al mondo può ibfatti dirsi entusiasta di sostenere un conflitto? Sono trascorsi quasi due anni da quando la Russia ha invaso l'Ucraina e anche un solo giorno di guerra, in un mondo civile, risulta essere sfiancante, figuriamoci a distanza di tutto questo tempo. "Stanchezza" non è sinonimo di "abbandono", come dimostrano i fatti messi in campo dal governo italiano, che continua a sostenere la resistenza Ucraina contro l'invasione russa. E chi oggi approfitta di un'azione di questo tipo da parte dei russi, che stando a quanto si apprende si sospetta siano vicini ai servizi di intelligence russi, lo fa in mala fede e contro gli interessi italiani.

Durante la conversazione, il premier ha parlato anche del nodo migranti e dei flussi migratori, affermando che "è impossibile" affrontare questo dossier senza un coinvolgimento "dell'Unione europea ma anche dell'Onu". Meloni parla poi della problematica dell'integrazione delle "persone che arrivano illegalmente" in Italia, sottolineando, come ha sempre fatto, che "la Commissione europea dice che capisce la questione, il problema è quanto tempo ci vuole per dare risposte concrete". Il presidente del Consiglio ha parlato anche di alcuni degli spunti contenuti nel Piano Mattei per l'Africa: "Sto cercando di parlare con altri Paesi europei degli investimenti energetici in Africa. Nei primi giorni di novembre presenteremo qui a Roma in una conferenza il nostro Piano Mattei, che consiste nell'investire nell'energia per l'Africa".

"L'Ufficio del Consigliere diplomatico del presidente del Consiglio dei ministri si rammarica per essere stato tratto in inganno da un impostore che si è spacciato per il presidente della Commissione dell'Unione Africana e che è stato messo in contatto telefonico con il presidente Meloni", si legge in una nota diramata da Palazzo Chigi, nella quale si riferisce che la telefona risale allo scorso 18 settembre nel contesto dell'intenso impegno

sviluppato in quelle ore dal presidente Meloni per rafforzare i rapporti con i leader africani con i quali ha avuto importanti incontri a margine dell'Assemblea Generale dell'Onu tra il 19 e il 21 settembre.

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