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"L'Italia ci ha salvati, dovevamo ricambiare". Così è nato l'accordo sui migranti con l'Albania

L'accordo sui migranti "ci è stato chiesto da altri, e abbiamo detto di no", svela il premier albanese. Meloni: "Strada coraggiosa che rispecchia spirito europeo"

"L'Italia ci ha salvati, dovevamo ricambiare". Così è nato l'accordo sui migranti con l'Albania
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"Dovevamo ricambiare". L'accordo con l'Albania sulla gestione dei flussi migratori è nato così. Dal rapporto di fiducia tra Giorgia Meloni e il premier albanese Edi Rama, ma anche da uno storico senso di riconoscenza che il Paese balcanico prova nei confronti dell'Italia. A spiegarlo è stato lo stesso primo ministro albanese nell'odierno punto stampa al termine della conferenza intergovernativa Ue-Albania a Lussemburgo. "Mi hanno chiesto tante volte perché l'Albania ha fatto l'accordo. Quindi, di nuovo, prima di tutto, ci è stato chiesto da altri, e abbiamo detto di no. In secondo luogo, tutti devono capire che il nostro rapporto con l'Italia è molto speciale", ha affermato Rama.

Tale rapporto - ha quindi proseguito il primo ministro albanese - "risale a migliaia di anni fa, ma riguarda anche un volume significativo di interazioni negli ultimi 34 anni, da quando siamo usciti dal fosso del regime comunista più spietato d'Europa". Rama ha quindi ricordato alcuni episodi chiave della storia recente proprio in riferimento al legame tra il Paese delle aquile e la Penisola: "Quando abbiamo lasciato le nostre coste in centinaia di migliaia e l'Italia ha aperto le sue braccia o quando l'Italia è venuta a salvarci in un piccolo periodo da una potenziale catastrofe finanziaria dopo la caduta degli schemi piramidali, ai giorni del terremoto che è stato l'inizio della nostra ricostruzione di questa relazione, i soccorritori italiani sono stati i primi ad arrivare e a rischiare la vita per salvare le vite degli albanesi sotto le macerie".

Rama ha quindi concluso: "Questo è molto importante, e se questo per l'Italia è stato un lavoro sporco, dobbiamo ricambiare". E sul fronte italiano, è stata la stessa Giorgia Meloni a ribadire il senso di un accordo strategico di portata storica, al quale la stessa Europa sta guardando con interesse. Sulle politiche per l'immigrazione - ha affermato il premier nelle comunicazioni al Senato in vista del prossimo Consiglio europeo - "se da un lato siamo impegnati a rafforzare gli strumenti dell'Unione europea e degli Stati membri, dall'altro dobbiamo continuare a esplorare soluzioni innovative. L'Italia ha dato il buon esempio con la sottoscrizione del Protocollo Italia-Albania, per processare in territorio albanese, ma sotto giurisdizione italiana ed europea, le richieste di asilo".

Le due strutture previste dal Protocollo - il centro di Shengjin e il centro di Gjader - sono ora pronte e operative, ha confermato Meloni. E al riguardo ha spiegato ancora: "Ci siamo presi del tempo in più perché tutto fosse fatto nel migliore dei modi, ma siamo molto soddisfatti dei risultati di questo lavoro. E voglio anche qui ringraziare in particolare i ministri Crosetto, Piantedosi e Nordio, il sottosegretario Mantovano e la nostra ambasciata in Albania, che hanno seguito passo passo l'attuazione del protocollo".

Secondo il nostro presidente del consiglio, quella avviata è "una strada nuova, coraggiosa, inedita, ma che rispecchia perfettamente lo spirito europeo e che ha tutte le carte in regola per essere percorsa anche con altre nazioni extra-Ue". Da qui, il ringraziamento al primo ministro Rama e tutto il suo governo "per aver creduto, con noi, nella bontà e nell'efficacia di questa iniziativa".

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