Politica internazionale

Meloni alla gogna per il finanziamento in Tunisia. Ma una sentenza inchioda la sinistra

Associazioni di sinistra contro il presunto "finanziamento illegittimo" alla Tunisia del Governo Meloni. Il tribunale ha accolto il ricorso. Ecco la sentenza (nascosta) sui finanziamenti per la Libia. I giudici sui governi di sinistra: "oggettivo interesse contrario a prevenire la mala gestione di questi fondi”

Meloni alla gogna per il finanziamento in Tunisia. Ma una sentenza inchioda la sinistra Esclusiva

Giorgia Meloni alla gogna per l’accordo con la Tunisia. Le associazioni Asgi e Spazi Circolari hanno chiesto la sospensione del finanziamento ad Oim, l’organizzazione mondiale per le migrazioni, perchè risulterebbe illegittimo in quanto lederebbe i diritti delle persone migranti. Il finanziamento è gestito attraverso l’intesa tra il Ministero degli Esteri e Oim ed oggi sembrerebbe che quei soldi, verso la Tunisia, che ammontano a 3 milioni di euro non dovessero esseri spesi, tanto che lo scorso il 26 febbraio il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso.

Controllo sui fondi per i migranti o ennesimo pretesto per bastonare il governo? Basta guarda indietro per farsi un’idea di come sono andate le cose quando al potere c'era la sinistra. Le somme destinate alla gestione dei flussi migratori derivano dal fondo affidato al Ministero degli Esteri e dal 2017 al 2020 sono stati investiti 200 milioni di euro per interventi a favore dei paesi maggiormente interessati dal fenomeno migratorio. Tra questi, 60 milioni di euro solo per interventi in Libia: un media quindi di 20 milioni di euro all’anno per finanziare guardia costiera libica, campi di detenzione..insomma l’idea di gestione che da Minniti in poi ha abbracciato la sinistra. 20 milioni di euro l’anno per la Libia contro i 3 milioni di questo’anno per la Tunisia da parte del Governo Meloni. E solo questo basterebbe per farsi un’idea.

Ma c’è di più, ilGiornale.it è entrato in possesso dei fondi specifici dati all’Oim, quelle somme per cui è oggi contestato il governo Meloni. Ebbene, nel 2017 il finanziamento complessivo è stato di 18 milioni di euro tra cui 10 milioni per i rimpatri e altri 6 milioni per comunità libiche locali. In totale i progetti negli ultimi anni della sinistra al potere sono stati affidati a sole 5 ONG, per un totale di 38 milioni di euro in soli 3 anni. Su queste spese gli allora governi alla richiesta di rendicontazione hanno risposto, secondo i documenti in nostro possesso, che non sono mai state richieste le liste di attività da svolgere alle ong in questione, ma nemmeno garanzie dei possibili rischi e infine - ciliegina sulla torta - la negazione dell’accesso ai rendiconti.
Insomma per anni la sinistra ha mandato finanziamenti, principalmente in Libia, senza permettere nessun tipo di controllo.

A confermarlo è una sentenza, del 2020, che inchioda il Ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale, in quel momento nella persona di Luigi Di Maio, e dei suoi predecessori per la mancata trasparenza nei finanzianti proprio nei confronti dell’Oim, che ammontava a 18 milioni di euro. “Il finanziamento sarebbe stato erogato in assenza di opportune garanzie e sulla base di presupposti totalmente vaghi e indefiniti” si il legge su il documento ufficiale in possesso de IlGiornale.it.
E ancora: “con tale accordo l’organizzazione ha ricevuto una somma a fondo perduto dallo Stato italiano per realizzare i progetti umanitari dettagliati nell’accordo stesso e per dar conto dei progressi compiuti…deve appunto consegnare il Report che è in sostanza un rendiconto di come il denaro ricevuto si stato speso”.

Il punto centrale è infatti la negazione sia da parte di Oim che degli allora governi di accedere alle rendicontazioni delle somme erogate in Libia, principalmente. Per anni la risposta dei governi è stato un secco no: “il report è fatto da Oim che non ha negato l’accesso perchè suscettibile di recare pregiudizio concerto alla tutela delle relazioni internazionali dell’Italia con Oim” così si legge in sentenza. In pratica l’accesso al documento “comprometterebbe inevitabilmente il rapporto di collaborazione e fiducia e instaurato negli anni dal ministero con Oim e pregiudicherebbe la possibilità per l’Italia di conservare e rafforzare i proficui rapporti con l’organizzazione. Inoltre potrebbe compromettere il regolare andamento delle attività che l’organizzazione conduce in Libia e tutto di tradurrebbe in una sostanziale e immediata riduzione del ruolo dell’Italia nei paesi in un opera insieme a Oim, in particolare in Libia”.

Insomma, i rapporti tra i governi dell’accoglienza e le organizzazioni dei migranti come Oim, e le ong, sono più importanti che rendere conto di come, quando e nelle mani di chi finiscono i soldi dei contribuenti italiani. E su questo i giudici rispondono: “Il diniego dell’amministrazione risulta immotivato…. Sussiste un oggettivo interesse contrario - si legge ancora sulla sentenza - a prevenire la mala gestione di questo fondi”. “Interesse contrario a prevenire la mala gestione dei fondi”: così il consiglio di Stato si è pronunciato sui finanziamenti e progetti fantasma di anni e anni tra governi di sinistra e organizzazioni che gestiscono le migrazioni. Non è dato sapere perchè per lunghissimo tempo sia stata permessa tale omertà e tale indifferenza nelle rendicontazioni; fatto sta che ad oggi a essere messo in croce è il governo Meloni per il primo finanziamento diretto in Tunisia.

La giustizia farà il suo corso, anche se spesso sembrerebbe essere stata latitante.

Commenti