Giorgia Meloni e la narrazione "sinistra" della sua politica

Dipinta come temibile sovranista amica di Orbàn: ma dalla stampa estera arrivano solo elogi per la sua statura internazionale

Giorgia Meloni e la narrazione "sinistra" della sua politica
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Giorgia Meloni, si sa, è una donna che divide l’opinione pubblica. C’è chi la considera una sovranista innamorata del modello orbaniano e c’è chi pensa che sia una statista. Nel mezzo, tra la narrazione di una certa sinistra e l’esaltazione di una certa destra c’è la realtà.

Da una parte c’è Roberto Saviano che, oggi su Fanpage, si è letteralmente trasformato in esperto di geopolitica e spiega i tre motivi per cui la Salis è in catene. La fissazione è sempre la stessa: Viktor Orban che tiene sotto scacco l’Europa e la Meloni. Il premier ungherese, sin dalla campagna elettorale delle elezioni Politiche di un anno fa, è sulla bocca di tutti i leader della sinistra italiana: da Enrico Letta a Giuseppe Conte non si salvato nessuno. Il refrain è sempre lo stesso ed è racchiuso in questo tweet di alcuni giorni fa del responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd, Alessandro Zan: “Orbán. Comincia occupando televisioni, asservendo giornali e magistratura, continua attaccando i diritti e trascinando in tribunale in catene militanti antifascisti. Per Meloni e Salvini resta un modello? Solidarietà a Ilaria Salis, il governo deve fare molto di più".

E questa è la narrazione tipica della sinistra. Poi, come dicevamo, c’è la realtà. E la realtà ci racconta di una stampa estera, perlopiù storicamente ostile alla Meloni, che ora vede nel premier italiano un interlocutore credibile e non un temibile pericolo fascista. “Giorgia Meloni has proved the doubters wrong”, scriveva alcuni giorni fa il The Economist, confermando, quindi, che i dubbiosi si erano sbagliati. Ma non solo. “Fra tutti i Paesi europei, l'Italia è per una volta tra quelli che destano meno preoccupazione", concludeva l’articolo. In dicembre, invece, la rivista Forbes ha inserito la Meloni in quarta posizione tra le donne più influenti al mondo, subito dietro la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris, la presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde e al presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen. Politico Europe, l'edizione europea della testata giornalistica americana, invece, le ha assegnato il primo posto nella classifica dei leader più fattivi e concreti, mentre soltanto un anno fa la descriveva come “La Duce”. Secondo Bloomberg, la Meloni “è sulla buona strada per diventare il politico italiano più influente dai tempi di Silvio Berlusconi". In settembre, il quotidiano francese Le Figaro scriveva: "Alla fine di un anno di potere, la dirigente proveniente dall'estrema destra è riuscita nella sua operazione di normalizzazione, sulla scena internazionale come nell'opinione degli italiani".

Per il quotidiano britannico The Guardian la leader di Fratelli d'Italia ''dopo quasi un anno al potere, ha ottenuto consensi anche a sinistra'' e “ha assunto un tono rassicurante e pragmatico nel resto d’Europa e non solo”.

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