"Ue spaccata su salvataggi e ong": altro schiaffo all'Italia

Non emergono all'orizzonte nuove intese sulle politiche migratorie in Europa, pesano le divergenze sulle operazioni Sar e sul ruolo delle Ong

"Ue spaccata su salvataggi e ong": altro schiaffo all'Italia

Al consiglio europeo non verranno presi accordi su operazioni Sar e né tanto meno su altre questioni relative all'immigrazione. A dirlo all'AdnKronos è stata una fonte di Bruxelles, secondo cui tra i vari governi dell'Ue non è emerso alcun consenso sulle prossime mosse da mettere in campo. E dunque, anche nelle prossime settimane non ci saranno documenti finali e accordi su piani di medio e lungo termine.

Al contrario, si potrebbe procedere verso singole discussioni da affrontare di volta in volta nelle varie riunioni convocate a Bruxelles. Chi si aspettava quindi rapidi interventi dopo la tragedia di Cutro, non potrà che rimanere deluso. Per il momento si è deciso di non decidere.

Divergenza su Sar e Ong

A febbraio, al termine del precedente consiglio Ue, è stato dato il via libera a un documento comune tra i 27 in cui la commissione europea è stata sollecitata a intervenire su alcune aree specifiche: rimpatri, maggiori controlli alle frontiere e lotta ai trafficanti. Una parvenza di unità tra i vari capi di governo, destinata però a non produrre effetti significativi nell'immediato.

Di immigrazione, come da accordi a febbraio, si tornerà a parlare nel prossimo consiglio europeo del 23 e 24 marzo, ma all'orizzonte non sembrano esserci novità sostanziali. Anzi, terminata la fase di contrattazione che ha portato al documento unitario di febbraio, sono poi emerse tutte le varie divisioni sul tema.

Il primo grande scoglio riguarda l'opportunità di effettuare una missione nelle aree Sar di competenza per i soccorsi in mare. "Nel Consiglio Europeo tra i leader dell'Ue non c'è consenso sulla questione delle operazioni di ricerca e soccorso in mare", si legge nelle dichiarazioni rilasciate dalla fonte di Bruxelles. Per alcuni governi, operazioni del genere potrebbero portare a soccorsi più veloci. Non tutti però sono dello stesso avviso. C'è chi infatti ritiene un'operazione congiunta in mare come un elemento in grado di far aumentare le partenze dall'altra parte del Mediterraneo.

Una simile divergenza riguarda anche il ruolo delle Ong. "Sul ruolo delle Ong non ci sono consensi convergenti - ha dichiarato sempre la fonte sentita da AdnKronos - alcuni vedono il ruolo come "positivo", mentre altri capi di Stato e di governo lo considerano un "pull factor", un fattore di attrazione per i migranti irregolari". Non si arriverà quindi a un accordo su possibili regolamentazioni in ambito europeo delle attività delle Ong. Una misura vista con favore dall'Italia, ma anche da diversi Paesi e dal presidente del Partito Popolare Europeo, Mandred Weber.

Via libera a contrattazioni con Paesi terzi

Nel consiglio europeo l'unico argomento che potrebbe mettere tutti d'accordo riguarda invece la possibilità di intervenire sui Paesi terzi. "Ciò su cui c'è consenso tra i capi di Stato e di governo - si legge nelle dichiarazioni della fonte - è la necessità di lavorare con i Paesi terzi per prevenire le partenze". In questo caso, i 27 potrebbero trovare un'intesa su dei piani sia politici che economici per lavorare congiuntamente con i Paesi di origine dei flussi migratori.

Ad ogni modo, in Europa sarebbe ben lontana la possibilità di vedere già a marzo la firma su documenti e riforme in grado di dare una sterzata al dibattito sull'immigrazione. "Nel Consiglio Europeo del 23-24 marzo ci sarà un debriefing da parte della presidente della Commissione Europea e della presidenza di turno - ha proseguito la fonte - e mi aspetto che i leader inizino a discutere, ma non adotteremo nuove conclusioni in materia di migrazioni".

Tutto rinviato, ancora una volta, a data da destinarsi. Da Bruxelles hanno fatto intuire che per il momento in Europa l'immigrazione non è vista come un argomento prioritario. Dalla guerra in Ucraina al sostegno all'economia post Covid, sono diversi i punti su cui si stanno concentrando le principali risorse politiche.

Sull'immigrazione, l'obiettivo invece sembra essere quello di "procedere passo dopo passo"

e di trovare accordi su specifici temi. La vera meta invece sarebbe costituita da un'intesa complessiva su un nuovo "Patto" per l'asilo da approvare entro la fine della legislatura. Ossia entro il 2024.

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