"Soldi e cittadinanza ai migranti": la fake news degli scafisti che alimenta gli sbarchi

I trafficanti impegnati a fabbricare false notizie per attrarre migranti nella loro trappola: ecco come si alimentano i flussi migratori

"Soldi e cittadinanza ai migranti": la fake news degli scafisti che alimenta gli sbarchi
00:00 00:00

Una fake news per attrarre migranti verso l'Italia. È emersa nei mesi scorsi in un giornale locale egiziano, relegata a una notizia di seconda fascia ma comunque potenzialmente leggibile da decine di persone. A raccontarla su IlGiornale è un collega egiziano che ha seguito da vicino la vicenda. La notizia, palesemente falsa, riguarda la scelta di alcuni comuni italiani di offrire soldi e cittadinanza ai migranti per fermare lo spopolamento. Nulla di tutto ciò corrisponde a verità. Se da un lato è vero che nel sud Italia molte amministrazioni pensano a incentivi per attrarre nuovi abitanti, è ovviamente falsa l'offerta della cittadinanza ai migranti.

I più in Egitto avranno guardato a questa notizia con semplice curiosità, ma altri invece potrebbero aver pensato di mettere sul piatto i propri risparmi e provare ad arrivare in Italia. “Simili fake news – racconta il giornalista egiziano, il quale ha voluto mantenere l'anonimato – ce ne sono parecchie e non solo in Egitto. Questa ha destato curiosità ed è balzata agli onori delle cronache, ma basta fare un giro per i social per capire che esiste un vero e proprio esercito di persone che fabbrica notizie false per i migranti”.

La "fabbrica" di fake news

Che si tratti di un articolo di giornale oppure di un post su Facebook, la sostanza cambia poco: i trafficanti di esseri umani provano a reclutare sempre più potenziali immigrati tramite notizie fabbricate di sana pianta. Come quella, per l'appunto, scovata tra i meandri di un organo di informazione locale egiziano. L'obiettivo cardine è quello di presentare l'Europa come meta in grado di offrire opportunità non rintracciabili nei Paesi di origine.

“Lo spiegano anche molti sociologi – sottolinea il giornalista – il vero problema non è tanto la povertà quanto la mancanza di una prospettiva. Per cui chi ha i soldi è attratto dal partire verso l'Italia o verso l'Europa, se legge fake news non ci pensa certo due volte nel rintracciare un trafficante, non è difficile farlo”.

Il caso egiziano non è l'unico, ma è senza dubbio emblematico. L'Egitto non è in guerra e rispetto ai Paesi vicini presenta una maggiore stabilità politica. Ma sta subendo al suo interno gli effetti di una grave crisi economica, acuita sia dalle misure anti Covid che dalla lunga scia della guerra in Ucraina. Il Cairo importa infatti enormi quantità di grano dalle campagne ucraine, oggi i prezzi dei generi di prima necessità sono lievitati e molte famiglie faticano ad avere stabilmente qualcosa da mangiare.

Manca quindi una certa prospettiva futura, specie tra i più giovani. “I trafficanti questo lo sanno – aggiunge il collega egiziano – e fanno affari grazie a questo. Vendono fumo e vengono pagati fior di soldi”. Dall'Egitto alla Tunisia, dal Sahel fino a Paesi quali Costa d'Avorio, Nigeria e Guinea. Qui l'attività dei trafficanti è finalizzata a intercettare quante più vittime. Spiegare loro che basta pagare per andare in Europa e iniziare una nuova vita, magari ottenendo anche la cittadinanza e avere tanti soldi quanto basta per mantenere la propria famiglia nel Paese di origine.

Il ruolo dei social

Su Facebook sono diverse le pagine che lavoro quasi come vere e proprie agenzie di viaggio. Negli anni scorsi ha destato clamore la pagina HaRaGaDz, gestita da scafisti algerini che quotidianamente postavano i video di chi dall'Algeria giungeva quasi indisturbato in Sardegna. Le immagini inserite davano quasi un senso di normalità, di un viaggio come altri, al massimo di un'avventura al termine della quale poteva iniziare una nuova fase umana e lavorativa.

Oggi pagine del genere ne esistono a migliaia e in tutti i Paesi coinvolti dal traffico di esseri umani. Un'inflazione di fake news che dona un contributo importante all'aumento delle partenze verso l'Europa.

Pochi migranti conoscono i rischi, pochi pensano al pericolo di non tornare più e pochi sanno dell'esistenza dei terribili centri di detenzione libici gestiti dai criminali. Si parte, attratti dalle false promesse dei trafficanti, per finire avvolti dalla nebbia del processo migratorio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica