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Il report che inchioda le Ong: "Spingono i migranti a partire"

Un rapporto di Frontex inchioda le Ong e accusa le navi umanitarie di costituire un fattore di attrazione per i migranti

Il report che inchioda le Ong: "Spingono i migranti a partire"

Frontex ha accusato le Ong di costituire un pull factor decisivo per l'aumento di sbarchi in Italia. Le Ong, a loro volta, si sono difese attaccando la ricostruzione fatta dall'agenzia europea per il controllo delle frontiere. Ma cos'è realmente un pull factor? E come mai proprio adesso, in una fase delicata e di scontro tra governo italiano e mondo delle Ong, il discorso è stato tirato nuovamente in ballo? La questione non è affatto nuova. Da anni si discute sul ruolo delle navi degli attivisti nella rotta libica, non solo in relazione al numero di persone portate lungo le coste europee ma anche, per l'appunto, in merito alla possibilità che la presenza delle Ong a largo della Tripolitania possa spingere i migranti in mare.

Cos'è il "pull factor"

Letteralmente pull factor indica un “fattore di attrazione”. In questo caso quindi il sospetto è che le operazioni delle navi umanitarie si trasformino in una calamita per i trafficanti. Secondo Frontex è proprio questa la dinamica riscontrata in Libia.

La presenza delle navi delle Ong – si legge nel rapporto dell'agenzia diffuso ieri e riferito al periodo che va dal primo gennaio al 21 maggio 2021 – soprattutto in navigazione tra Zuara e Zawiya, continua a essere un ulteriore fattore di attrazione per i migranti che partono dalla Libia per raggiungere l'Italia”.

I migranti intervistati al loro approdo in Sicilia, hanno dichiarato come molti di loro non sarebbero partiti se non avessero percepito la presenza di navi Ong nello specchio d'acqua antistante le coste libiche.

Da qui le conclusioni di Frontex sul pull factor. In poche parole, a prescindere dal numero di sbarchi avvenuti con navi Ong, la loro stessa presenza avrebbe un ruolo fondamentale per incentivare le partenze.

“Se qualcuno avesse avuto ancora qualche dubbio, quanto emerso conferma quello che ribadisco da tempo riguardo la presenza delle imbarcazioni delle Ong nel Mediterraneo”, è stato il commento del senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

“Per i flussi migratori – ha proseguito – queste presenze rappresentano un effettivo fattore di attrazione, pull factor come si dice tecnicamente, che di fatto incrementa le partenze, l'illegalità degli scafisti e con loro purtroppo anche naufragi e morti. Le Ong vanno fermate una volta per tutte”.

Non è dello stesso avviso ovviamente Oscar Camps, fondatore di Open Arms e tra i principali punti di riferimento del mondo vicino alle Ong. “La questione del pull factor è stata smentita da qualunque istituto di ricerca, prima di tutti l'Ispi – ha dichiarato in una dichiarazione sull'AdnKronos – È stato ampiamente dimostrato che non c'è alcun legame tra partenze e presenza delle navi umanitarie in mare”.

Preoccupa la situazione in Libia

C'è però una parte del rapporto di Frontex che ha messo in evidenza anche quanto accade prima delle partenze dei barconi. In particolare, l'agenzia ha sottolineato come nella fase esaminata le organizzazioni criminali sono risultate particolarmente attive.

“La Libia è ancora una volta percepita dai subsahariani come l'ultimo paese di partenza per raggiungere l'Ue – si legge nel documento – Il fatto che ad oggi molti di questi migranti segnalati nell'operazione navale europea Themis abbiano bisogno solo di un periodo compreso tra sei e sette mesi per raggiungere l'Italia, suggerisce che le reti criminali hanno riadattato in modo efficiente il loro modus operandi per trafficare migranti in Libia e oltre in Italia”.

“Zuara – si legge ancora – è diventato un hub di traffico e il principale luogo di ultima partenza in Libia e nella regione del Mediterraneo centrale. Le informazioni raccolte attraverso le attività di debriefing indicano sempre più il coinvolgimento diretto delle milizie delle autorità locali nell'attività di traffico a Zuara. Questa zona continuerà probabilmente ad attrarre migranti che cercano di raggiungere l'Italia dalla Libia”.

L'attenzione quindi andrebbe spostata anche su quello che accada a terra. È qui che le reti criminali si stanno fortificando ed è qui che gli scafisti sono sempre più pronti ad aspettare il momento giusto per far salpare i barconi.

Un momento che, secondo Frontex, coincide sempre più con quello relativo alla presenza di navi Ong di fronte le coste.

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