Politica internazionale

Migranti, il "fattore 7" e la verità sulle partenze dalla Tunisia

Numeri degli sbarchi in calo in Italia: gli arrivi del mese di ottobre risultano inferiori rispetto a quelli dello stesso periodo del 2022

Migranti, il "fattore 7" e la verità sulle partenze dalla Tunisia

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Gli arrivi di migranti in Italia dalla Tunisia si sono ridotti sensibilmente nelle ultime settimane. Dopo gli enormi flussi subiti nel periodo estivo, a ottobre c'è stata una riduzione importante, che ha iniziato a evidenziarsi già da fine settembre. Il clima sfavorevole non ha inciso in misura rilevante in questa decrescita degli arrivi, visto e considerato che ci sono stati lunghi periodi di mare favorevole, le cause vanno ricercate in fattori diversi. Lo studio condotto dal sito tedesco Migazin, specializzato in questioni migratorie, riferisce che nel mese di ottobre le partenze dalla Tunisia siano diminuite di un fattore 7.

Una decrescita sensibile, come si evince anche dai dati pubblicati dal Viminale in merito agi arrivi in Italia, che nel mese di ottobre sono stati inferiori rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente: poco più di 10.200 nel 2023 e quasi 13.500 nel 2022. La Tunisia è il Paese col quale l'Italia e l'Unione europea hanno stretto maggiormente le maglie contro le partenze. A partire dal 2021, infatti, la città portuale di Sfax si è imposta nello scenario internazionale come hub dei migranti per il nord Africa, acquisendo definitivamente questo status da metà 2022 in poi. La maggior parte dei flussi in partenza dal nord Africa sono transitati per questa città, dove la convivenza tra nordafricani e tunisini, a metà del 2023, si è fatta insostenibile.

La riduzione delle partenze dalla Tunisia, che non significa azzeramento, può essere ricercata in un maggior intervento di controllo delle acque territoriali da parte della Guardia costiera tunisina, che ha ricevuto il sostegno da parte dell'Europa per implementare il proprio lavoro di pattugliamento. Frontex e Italia hanno sostenuto la formazione del personale impiegato nel contrasto alle partenze irregolari nell'ambito della cooperazione internazionale contro i flussi illegali. Inoltre, la Tunisia fino all'aprile del 2025 sarà parte del programma EU4BorderSecurity, che riguarda i programmi di aggiornamento sul salvataggio in mare nel Mediterraneo.

Le politiche più stringenti all'interno della Tunisia, inoltre, hanno spinto molti subsahariani a chiedere l'accesso ai programmi Iom, finanziati dall'Unione europea, per il rimpatrio volontario nei Paesi di origine. C'è, poi, un altro elemento che viene sottovalutato: gli interventi della Guardia costiera non si concludono con il fermo delle barche che tentano di uscire illegalmente per raggiungere l'Europa ma con la distruzione dei mezzi stessi.

Questo, insieme alle sanzioni elevatissime per i pescatori che le rivendevano, ha portato a una penuria di barchini e, quindi, a un aumento dei costi che scoraggia le partenze.

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