
Per ora si tratta solo di un annuncio sui social ma tanto basta per creare una polemica che, molto probabilmente, salirà di livello nei prossimi giorni. Tramite il suo profilo Instagram ufficiale, Ilaria Salis ha fatto sapere che – salvo novità dell’ultimo momento – avrebbe intenzione di partecipare al Gay Pride di Budapest. Una presenza che, se venisse confermata, sarebbe un'altra clamorosa sfida al governo guidato da Viktok Orban.
Il motivo è presto detto. Ilaria Salis ha annunciato che vorrebbe partecipare alla parata del 28 giugno proprio a Budapest, luogo dove è stata in carcere oltre un anno e mezzo. Inoltre, come se non bastasse, la legge ungherese vieta le manifestazioni pubbliche come il Pride.
Per quanto riguarda i rischi per Ilaria Salis e gli altri europarlamentari che dovessero partecipare al Gay Pride di Budapest non dovrebbero esserci problemi particolari o gravi. I membri del Parlamento Europeo, infatti, godono dell’immunità parlamentare, sebbene l’Ungheria abbia richiesto più volte all’Unione di revocarla proprio per la Salis. La polizia dovrebbe comunicare delle multe da 16 a 500 euro, che, sostengono gli organizzatori, “difficilmente vengono applicate a livello internazionale”.
Sempre gli organizzatori lanciano un appello perché dall’estero partecipino in tanti alla manifestazione, e sul tema multe rassicurano anticipando alcune contromosse: "Se la polizia multa un partecipante sul posto, chiederà di accettare la multa con la firma. La multa può essere contestata legalmente solo in seguito, se non viene accettata (firmata) sul posto. È prevista la presenza della polizia, ma la detenzione non è legalmente consentita e il controllo internazionale rende meno probabile un’azione illegale.
Insieme, in numeri schiaccianti, possiamo resistere alla paura, eludere la sorveglianza e mettere in ombra l’odio. Facciamo in modo che questo sia il corteo del Pride più grande e visibile nella storia dell’Ungheria. La solidarietà è la nostra forza. La visibilità è la nostra resistenza"