Salvini ha rispettato i modi della diplomazia

Matteo Salvini ha fatto né più né meno ciò che qualunque persona civile, educata e cosciente del proprio ruolo istituzionale avrebbe fatto

Salvini ha rispettato i modi della diplomazia
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Gentile Direttore Feltri,
le scrivo per chiederle un parere su una polemica assurda che ha coinvolto Matteo Salvini: è stato criticato perché ha stretto la mano all'ambasciatore russo durante un evento ufficiale. L'opposizione è subito insorta, accusandolo di ambiguità, quasi di filoputinismo. Ma secondo me siamo davvero al ridicolo. Davvero un gesto formale, di cortesia, dovrebbe diventare uno scandalo nazionale?
Mi piacerebbe sapere come la pensa lei.

Cordialmente,
Giorgio Squillaci

Caro Giorgio,
la penso esattamente come te: questa polemica è ridicola. O, meglio, è uno specchio della miseria mentale e politica in cui siamo precipitati.

Matteo Salvini ha fatto né più né meno ciò che qualunque persona civile, educata e cosciente del proprio ruolo istituzionale avrebbe fatto: ha stretto la mano all'ambasciatore russo durante un ricevimento ufficiale, in presenza di altre autorità, in un contesto diplomatico.

E allora? Cos'altro avrebbe dovuto fare? Sputargli addosso? Girarsi con disprezzo? Mandarlo al diavolo davanti a tutti? Magari con un bel vaffa in stile grillino, così i professionisti dell'indignazione sarebbero stati contenti?

Qui stiamo confondendo le buone maniere con la diplomazia, e la diplomazia con il tradimento. Un bel minestrone insulso e velenoso, cucinato dai soliti noti che campano di polemica e finti valori.

Il Galateo, quello vero, dice che in un ricevimento formale si saluta chiunque si abbia davanti, anche il proprio peggior nemico, perché non è un gesto di approvazione ma di rispetto del contesto. E anche il protocollo diplomatico è chiarissimo: in situazioni ufficiali, il saluto è dovuto, altrimenti si crea un incidente, e non certo per colpa di chi porge la mano, ma per chi si rifiuta di stringerla.

Salvini ha fatto bene. Punto. È stato educato, istituzionale, e - udite udite - anche politicamente corretto, nel senso migliore del termine. Ha tenuto il punto del nostro governo: l'Italia sostiene l'Ucraina, certo, ma non è in guerra con la Russia. Non siamo belligeranti. Anche durante la Guerra Fredda, i leader occidentali si stringevano la mano con quelli sovietici. Non perché li ammirassero, ma perché così funziona la politica internazionale: la civiltà è fatta anche di gesti, di forma, di educazione.

Purtroppo oggi molti pensano che fare politica significhi abbaiare, insultare, demonizzare l'avversario, l'altro, il diverso (stavolta intellettualmente). E invece no: chi è davvero forte non ha bisogno di urlare. Stringe la mano, e va avanti.

Chi demonizza questo gesto lo fa o per ignoranza del protocollo o per faziosità.

E spesso per entrambe. Salvini ha solo mostrato di saper stare nel ruolo. E va detto. Chi si indigna per una stretta di mano è solo a caccia di uno scandalo che non c'è. E dimostra di non sapere nemmeno da che parte si sta.

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